Microsoft dà lezioni di pirateria

Microsoft dà lezioni di pirateria

BigM ha organizzato una giornata mondiale a tutela degli utenti. Obiettivo, allenarli e proteggerli dalla contraffazione di software. Il pericolo viene dall'est, anche in forma di chiavetta USB
BigM ha organizzato una giornata mondiale a tutela degli utenti. Obiettivo, allenarli e proteggerli dalla contraffazione di software. Il pericolo viene dall'est, anche in forma di chiavetta USB

Settanta paesi coinvolti, ventiquattro ore a disposizione per aiutare consumatori da ogni parte del globo a capire meglio i meccanismi e i potenziali rischi della pirateria, della contraffazione di software . Si è tenuto in queste ore quello che è stato chiamato il Consumer Action Day , un’intera giornata organizzata da Microsoft per illustrare una vasta serie di iniziative volte a rinforzare le coscienze degli utenti relativamente a un concetto: la vendita di software contraffatto danneggia le economie nazionali, mettendo a rischio la sicurezza dei computer e quindi degli utenti stessi.

Una giornata per aprire una strada, dunque, verso veri e propri programmi di educazione alla copia originale sponsorizzati da BigM in tutto il mondo. Qualche esempio per capire meglio. In Germania è stato costituita un’associazione di rivenditori di software, in Messico le autorità a protezione dei consumatori sono state iniziate ad un corso d’addestramento contro i rischi della contraffazione. Mentre in Grecia si è pensato alla protezione online dei minori, in Argentina sono nati dei corsi per studiare l’impatto della pirateria sulla media e piccola impresa.

“I danni provocati ai consumatori da parte del software contraffatto sono chiari oggi molto più che in passato – ha commentato David Finn, general counsel di Microsoft – Solo negli ultimi due anni abbiamo ricevuto più di 150mila segnalazioni da parte di utenti che avevano involontariamente acquistato materiale pirata pieno di virus e malware”. In un blog post, Finn ha spiegato che più di un quarto di queste segnalazioni avrebbe una provenienza ben precisa: la Cina.

Stando alle percentuali riportate sul blog Microsoft On The Issues , il livello generale di contraffazione nel paese asiatico avrebbe raggiunto l’80 per cento. Studi riportati – ma non citati – avrebbero sottolineato come, abbassando il livello di soli 10 punti percentuali, si otterrebbe un risultato decisamente incoraggiante: 20 miliardi di dollari (più di 13 miliardi di euro) per l’economia di Pechino, 1,5 miliardi (quasi 1 miliardo di euro) in versamenti fiscali e 300mila nuovi posti di lavoro.

Il mercato nero cinese si sarebbe dunque trasformato in una sorta di impero economico parallelo, proprio recentemente foriero di particolari copie non autorizzate del nuovo sistema operativo made in Redmond . Un sito asiatico ha infatti riportato quello che alcuni hanno definito come il primo caso di vendita illegale di Windows 7 attraverso dispositivi USB . Trattasi nello specifico di una chiavetta della capacità di 8GB, venduta in un formato 10-in-1 , secondo alcuni contenente cioè ogni singola versione dell’ultimo OS di Microsoft.

I dispositivi USB contraffatti sarebbero stati venduti al prezzo di 98 yuan l’uno, circa 9 euro. Si tratterebbe, inoltre, di edizioni speciali del software, compresa quella in edizione limitata firmata dal CEO Steve Ballmer in persona. Microsoft ha così dato vita ad una serie di iniziative in terra asiatica, includendo nelle scuole alcuni programmi relativi ai meccanismi di funzionamento giuridico della proprietà intellettuale. BigM ha puntualizzato che la pirateria farebbe perdere agli utenti tempo e denaro, oltre ad esporli a rischi come la perdita di informazioni personali e il furto d’identità.

Durante una recente intervista , John Bessey, dirigente di Microsoft nelle Filippine, ha dichiarato tuttavia che la pirateria non costituisce una grave minaccia per le sorti presenti e future dell’azienda di Redmond. Secondo Bessey – che ha parlato durante il lancio di Windows 7 nello stato del sud-est asiatico – un numero sempre crescente di utenti è consapevole dei rischi legati all’utilizzo di un software contraffatto, specialmente nelle transazioni bancarie online e nel normale funzionamento dell’hardware.

“Siamo sorpresi – ha dichiarato Bessey – dalla consistente domanda del nostro sistema operativo nelle Filippine, non solo nel numero, ma anche in una serie positiva di feedback da parte degli utenti”. Parole che non hanno trovato particolare armonia con il clamore degli intenti prefissati dal Consumer Action Day . E qualcuno non ha risparmiato le sue critiche per l’intera iniziativa: ci sono tecniche di ingegneria sociale, una su tutte la celebre “truffa alla nigeriana” che del sistema operativo originale o contraffatto se ne infisichiano.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
4 dic 2009
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