Il GPL è libero, non selvaggio

Il GPL è libero, non selvaggio

Numerose società coinvolte per violazione di copyright: al centro della questione il programma BusyBox e 20 prodotti che non avrebbero rilasciato il codice sotto la necessaria licenza GPL
Numerose società coinvolte per violazione di copyright: al centro della questione il programma BusyBox e 20 prodotti che non avrebbero rilasciato il codice sotto la necessaria licenza GPL

Il software Freedom Law Center ( SFLC ) ha fatto causa a 14 aziende che non rispetterebbero le clausole della GPLv2 in 20 differenti prodotti.

Al centro della questione il progetto open source BusyBox distribuito, appunto, sotto licenza GPL.

Fra gli imputati Best Buy, Samsung, Westinghouse e JVC: avrebbero utilizzato il codice protetto dalla licenza nei loro prodotti (tra cui lettori blue ray e TV HD) senza rispettare la clausola della viralità, cioè della necessità di rilasciare tutto il codice che ha sfruttato parti di origine GPL sotto la medesima licenza.

La SFLC, inoltre, riferisce di aver provato a risolvere la cosa privatamente, ma gli accusati li avrebbero sempre ignorati o non avrebbero risposto in maniera soddisfacente alla richieste. Per l’associazione no profit si tratta tra l’altro del caso più grande finora affrontato: un’ottima occasione per ribadire i principi di funzionamento delle licenze open source, ora che i software sempre più facilmente vengono utilizzati negli apparecchi elettronici.

Essendosi, finora, risolte con successo tutte le cause avviate dalla SFLC, ci si può attendere un accordo fra le parti prima che inizi il procedimento. A complicare la questione, tuttavia, potrebbe essere l’ intervento di Bruce Perens, creatore di BusyBox ma non più coinvolto nel progetto e non più possessore di alcun diritto sul codice che ormai non utilizza le parti sviluppate originariamente: ha dichiarato di essere stufo dell’atteggiamento degli attuali gestori del programma e ritiene di avere tuttora diritti sull’opera.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
16 dic 2009
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