Agli annunci piccoli e grandi di questi giorni sulla sempre frenetica attività della fucina in forze al Googleplex si aggiunge ora Browser Size , un tool che traduce in numeri quella che secondo i database di Google è (o dovrebbe essere) l’accessibilità ideale dei contenuti presentati in formato web .
Quello che fa Browser Size lo si evince abbastanza chiaramente dalla descrizione sommaria del suo funzionamento: indicando una risorsa URL qualsiasi nell’apposito campo in alto a sinistra, all’utente viene mostrata una vista in “sovrimpressione” di fasce percentuali in tinte pastello, ognuna corrispondente (da sinistra verso destra) a una specifica percentuale di utenza messa idealmente a fare surf sul contenuto totale presente nella pagina web indicata.
L’obiettivo ideale? Mettere a confronto la statistica della “web experience” tipicamente accessibile per gli utenti che navigano su Google.com con il design di siti e portali, nella speranza che sviluppatori e webmaster sfruttino Browser Size per valutare l’eventuale irraggiungibilità di elementi importanti come risorse per il download, pulsanti di interazione, feedback, ma anche offerte di supporto finanziario.
A quanto pare Browser Size non nasce da calcoli astratti ma dall’esperienza diretta di Google, che attraverso l’analisi interna si è accorta del fatto che molti utenti non riuscivano a scaricare Google Earth a causa della non facile disposizione dell’apposito pulsante, raggiungibile solo dopo opportuno scrolling del sito. Secondo Mountain View il riposizionamento del pulsante ha portato a un incremento del 10% nei download.
Alfonso Maruccia