Google, dobloni per le università

Google, dobloni per le università

Saranno circa 6 i milioni di dollari che BigG donerà alla ricerca accademica. Tra le aree selezionate, quella dei cellulari e della privacy. Settori non prioritari per Mountain View, almeno fino ad alcuni anni fa
Saranno circa 6 i milioni di dollari che BigG donerà alla ricerca accademica. Tra le aree selezionate, quella dei cellulari e della privacy. Settori non prioritari per Mountain View, almeno fino ad alcuni anni fa

Qualcuno ha giustamente sottolineato come non si tratti di un annuncio anomalo, dal momento che sono svariate le aziende tecnologiche a fornire alla ricerca universitaria preziosi finanziamenti. Google ha recentemente allentato i cordoni della sua borsa, per sostenere economicamente quella precisa area di studio dove gli scopi ultimi della ricerca combaciano con gli interessi di mercato.

E allora BigG ha messo mano al suo portafogli: saranno 5,7 i milioni di dollari (in euro, 4 milioni) che da Mountain View transiteranno verso le braccia di una dozzina di atenei degli Stati Uniti , tra cui Stanford e Carnegie Mellon.

Iniezioni di liquidità da somministrare in quattro precise aree di ricerca , a partire da quella dell’apprendimento automatico. Il machine learning è il settore più tradizionale su cui investirà Google, quello che si è rivelato già in passato cruciale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Meno tradizionali invece le altre aree illustrate da BigG.

Ad esempio, quella dell’utilizzo di dispositivi cellulari come data collector in ambito scientifico . Utilizzo che potrebbe intersecare Google da quando si è gettata nel settore mobile con Android e Nexus One. In seguito, l’area dell’efficienza energetica, importante sia da un punto di vista economico che ambientale.

E infine la privacy . Un argomento che sembra essere particolarmente caro alla Grande G, vista l’accresciuta complessità del rapporto tra utenti e search , oltre che la delicatezza della gestione degli account Gmail. “Tre anni fa – ha spiegato Alfred Spector, vicepresidente di Google – queste ultime aree di ricerca non sarebbero comparse affatto nella nostra lista delle priorità”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
2 feb 2010
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