Amazon paga per farsi toccare

Amazon paga per farsi toccare

Ha acquisito una startup specializzata in tecnologie touchscreen. Continua ad armare Kindle in attesa del confronto sul campo con iPad
Ha acquisito una startup specializzata in tecnologie touchscreen. Continua ad armare Kindle in attesa del confronto sul campo con iPad

Amazon medita probabilmente di innovare il suo hardware e sembra puntare alla tecnologia touchscreen: allo scopo avrebbe acquistato Touchco , una piccola startup (costituita da sole sei persone), per fondere il suo know-how alla divisione Kindle, Lab126.

Al keynote di Steve Jobs che ha presentato iPad come il futuro (tra l’altro) degli ereader, Amazon sembra dunque dare sempre più ragione: accettando la sfida e cercando di ribattere colpo su colpo. Così, dopo l’ affaire che nei giorni scorsi ha visto lo store online scontrarsi con l’editore Macmillan, Amazon punta ora a rincorrere iPad su una delle caratteristiche che la vedeva indietro: il touchscreen, punto di forza Apple.

La piccola società acquistata, nata dai laboratori di ricerca della New York University, avrebbe infatti sviluppato una superficie sensibile che riesce a riconoscere input da diversi livelli di pressione contemporanei. Basata su una tecnologia chiamata IFSR ( interpolating force-sensitive resistance ), rispetto al touchscreen di Apple avrebbe un importante vantaggio: dovrebbe poter essere sviluppata a costi contenuti (10 dollari al piede quadrato, circa 0,09 metri quadri). Inoltre, sempre rispetto al prodotto della Mela, oltre a riconoscere più pressioni contemporaneamente, esso può riconoscerne pressioni differenti, distinguendo, per esempio, fra un pennino e un dito.

La tecnologia IFSR è stata pensata per lavorare con schermi LCD a colori. Bisogna quindi chiedersi, ora, se gli attuali schermi eInk manterranno un ruolo nel prossimo futuro di Kindle. Oppure se Amazon deciderà di rinunciare ai vantaggi degli schermi pensati appositamente per la lettura prolungata, schermi che mostrerebbero però tutti i loro limiti quando si tratta di ospitare contenuti multimediali e di garantire una maggiore interazione con l’utente.

La scelta sembra dunque essere tra il restare sulla linea degli ereader come finora si sono visti (eventualmente rispondendo a iPad con un calo di prezzi) e il cambiare rotta verso la multifunzionalità e i contenuti interattivi. Ma perdendo qualcosa della natura originale.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
5 feb 2010
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