Per un iPhone marchiato DARPA

Per un iPhone marchiato DARPA

Si chiama Siri e promette di rispondere (bene) a qualsiasi richiesta fatta dall'utente. L'intelligenza artificiale è più vicina? Per il momento meglio accontentarsi di un'app tuttofare
Si chiama Siri e promette di rispondere (bene) a qualsiasi richiesta fatta dall'utente. L'intelligenza artificiale è più vicina? Per il momento meglio accontentarsi di un'app tuttofare

una schermata di esempio di Siri Roma – Ci sono voluti un anno e 24 milioni di dollari per portare a termine lo sviluppo di Siri, applicazione per iPhone sponsorizzata DARPA che trasforma il melafonino in una sorta di risponditore vocale pronto a soddisfare le richieste dell’utente . Quest’ultimo deve semplicemente rivolgere un quesito al proprio iPhone: per processare la richiesta Siri sfrutterà innanzi tutto una funzione speech-to-text brevettata da Nuance, per poi rimbalzare il tutto ai suoi server.

Servendosi di circa 30 diverse API relative ai servizi online più disparati, Siri è in grado di effettuare una precisa analisti semantica di svariate domande comuni del tipo è possibile prenotare una tavolo al Dorsia per le 20:30? . Siri si connetterebbe in questo caso a OpenTable e verificherebbe la disponibilità del tavolo. Stesso discorso per convertire unità di misura, valute o per conoscere le condizioni atmosferiche attuali dell’arcipelago di Tuvalu.

TechCrunch ha definito Siri come “la madre di tutti i mashup”, sottolineando la grande quantità di servizi riuniti in un’unica applicazione : si va dal già citato OpenTable a Rotten Tomatoes, passando per Wolfram Alpha e Yahoo!.

Al momento Siri è disponibile gratuitamente sull’App Store statunitense, e per una migliore fruizione è raccomandato il download solo per il modello 3GS: presto dovrebbe comparire la versione per iPhone più datati oltre ai corrispettivi per Android e BlackBerry. Alcuni l’hanno definita come un ulteriore passo verso la realizzazione di una vera intelligenza artificiale : essendo però relegata per il momento al solo mercato USA bisognerà attendere le reazioni dall’altra parte dell’Altantico per verificare questa teoria.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
5 feb 2010
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