La Svezia avrà poliziotti per il copyright

La Svezia avrà poliziotti per il copyright

Nel Nordeuropa nasce un nuovo corpo dedito alla caccia dei temibili pirati del file sharing. Potrà agire sia a livello locale che nazionale e vi farà capo un investigatore già esperto
Nel Nordeuropa nasce un nuovo corpo dedito alla caccia dei temibili pirati del file sharing. Potrà agire sia a livello locale che nazionale e vi farà capo un investigatore già esperto

Dopo aver dato i natali, in passato, al fenomeno The Pirate Bay e al Partito Pirata originale , la Svezia è da tempo impegnata a invertire la rotta e a trasformare l’ex “paradiso” dei pirati del file sharing in un inferno fatto di vigilantes, IP tracking e denunce all’autorità giudiziaria. Ultima iniziativa in ordine di tempo sulla via della blindatura del copyright è la formazione di una squadra di Bad Boys telematici, con il compito esclusivo di stanare i condivisori e interrompere le violazioni del diritto d’autore.

A un team esperto di violazione del copyright sta pensando anche il Regno Unito , ma gli Intoccabili svedesi dovrebbero essere i primi del loro genere. Saranno operativi entro la prossima estate e includeranno 9 investigatori appositamente istruiti a gestire la difficile pratica della caccia al condivisore pirata sulle reti di P2P. Gli investigatori verranno divisi in tre gruppi distinti con competenze per le città di Stoccolma, Goteborg e Malmo.

A capo dell’intera operazione ci sarà Paul Pinter, già collaboratore della polizia di Stoccolma come investigatore in materia di crimini informatici. Pinter dice che i tre gruppi lavoreranno sia sul territorio a cui sono stati assegnati che a livello nazionale, una complementarietà che si giustifica con il fatto che “è difficile sapere dove un crimine finirà per ricadere ed è possibile che si estenda troppo sottilmente su troppi posti diversi”.

Per quanto riguarda l’attività pratica dei nuovi poliziotti del copyright, i mezzi di comunicazione svedesi già preconizzano una radicale diminuzione della condivisione in rete come conseguenza della nuova iniziativa di enforcement – a cui si affiancheranno anche due pubblici ministeri già attivi in passato nei raid contro utenti del network Direct Connect .

E proprio Direct Connect dovrebbe rappresentare il bersaglio privilegiato degli investigatori, dicono gli esperti, in virtù della difficoltà di ottenere prove sufficienti per accusare un qualsiasi utente BitTorrent di infrazione del copyright su una grande quantità di contenuti digitali.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
17 feb 2010
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