Un brevetto ingabbia il mobile gaming

Un brevetto ingabbia il mobile gaming

Un piccola società rivendica un brevetto registrato quasi dieci anni or sono che sembra darle la paternità della più generica forma di gioco multiplayer via rete wireless. Palm è fra le prime due aziende citate in giudizio
Un piccola società rivendica un brevetto registrato quasi dieci anni or sono che sembra darle la paternità della più generica forma di gioco multiplayer via rete wireless. Palm è fra le prime due aziende citate in giudizio


San Francisco (USA) – Un brevetto registrato nel 1995 sembra dare ad una sconosciuta società dal nome evocativo di “Peer-to-Peer Systems” la proprietà intellettuale su qualsiasi forma di gioco multiplayer wireless e, di conseguenza, su di un mercato che entro pochi anni potrebbe valere oro.

La piccola società, rimasta nell’ombra tutti questi anni, sembra aver atteso paziente l’alba del mobile gaming per rivendicare il proprio “bottino”. Giusto per far capire che le sue intenzioni sono serie, Peer-to-Peer Systems ha recentemente citato in giudizio Palm e Cybiko, entrambe accusate di aver infranto il suo brevetto.

La violazione, stando ai pochi dettagli emersi in questi giorni, riguarderebbe le funzionalità di gioco wireless integrate in alcuni PDA di Palm e nelle console da gioco portatili di Cybiko.

Il brevetto, concesso nel 1997 con il numero 5.618.045 , risulta depositato da due residenti di Gerusalemme, Michael Kagan e Ian Solomon.

Per comprendere l’incredibile generalità del brevetto è bene leggerne la descrizione ufficiale:

Un sistema di gioco interattivo multi giocatore che include almeno due dispositivi da gioco che comunicano su di una rete wireless broadcast ad-hoc. Un dispositivo da gioco include un processore per far girare uno scenario di gioco comune a tutti i giocatori all’interno della rete, un’interfaccia di controllo per consentire ad un giocatore di interagire con lo scenario di gioco, un trasmettitore per trasmettere le azioni del giocatore sulla rete, un ricevitore per ricevere le azioni dei giocatori dagli altri dispositivi da gioco che trasmettono sulla rete, e un display per visualizzare almeno una porzione dello scenario di gioco. Il sistema di gioco interattivo multi giocatore può inoltre includere una play station ed un apparato per l’interfacciamento della play station con gli altri dispositivi da gioco “.

Come si può evincere da questa descrizione, qualsiasi dispositivo connesso ad una rete wireless che faccia girare giochi multiplayer potrebbe di fatto violare questo brevetto.

Se Peer-to-Peer Systems dovesse dimostrare la solidità del proprio brevetto anche in un’aula di tribunale – cosa per nulla scontata visti precedenti analoghi, come il caso di British Telecom con il brevetto sugli hyperlink – l’azienda potrebbe pretendere royalty da un bel po’ di colossi del settore, fra cui Nokia, che ha già presentato una console-cellulare – N-Gage – attraverso cui gli utenti possono giocare partite multiplayer senza fili. Ma N-Gage è solo uno dei primi esemplari di una nuova generazione di smart phone e console da gioco portatili capaci di sfruttare connessioni Bluetooth, GPRS o UMTS per il gioco multiplayer.

Il fatto che la copertura del brevetto sia limitata agli Stati Uniti non rende la situazione meno grave, visto che questo è in ogni caso il mercato tecnologico di riferimento.

A sottolineare l’assurdità di un brevetto così generico, qui The Register fa notare come l'”invenzione” di Peer-to-Peer Systems dovrebbe essere in realtà già coperta da un brevetto registrato nel lontano 1986 e relativo al gioco multiplayer via rete.

L’accusa di molti, reiterata ormai da anni ma inutilmente, è che l’ ufficio brevetti americano non sia più in grado di gestire l’incredibile mole di brevetti registrati né il crescente numero di richieste di concessione, molte delle quali presentate da soggetti che, semplicemente, “ci provano”. E qualche volta gli va bene.

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Pubblicato il
1 apr 2003
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