PC Windows, colpiti; FBI, affondata

PC Windows, colpiti; FBI, affondata

Secondo alcuni esperti in queste settimane i cracker interessati a lanciare attacchi Denial of Service stanno "infettando" migliaia di PC. Giù anche il sito dell'FBI
Secondo alcuni esperti in queste settimane i cracker interessati a lanciare attacchi Denial of Service stanno "infettando" migliaia di PC. Giù anche il sito dell'FBI


Web (internet) – La scoperta di software per attacchi Denial of Service installato in alcuni computer alla James Madison University americana ha destato allarme tra gli esperti di sicurezza. Secondo questi ultimi, questo significa che alcuni cracker vogliono ripetere gli attacchi che hanno tirato giù alcuni dei siti più conosciuti della rete. A questo scopo i cracker sarebbero occupati a “infettare” con software specializzato moltissimi computer che utilizzano Windows.

Alla James Madison University con uno scanning dei sistemi sono stati individuati 16 personal computer su piattaforma Windows in cui erano installate alcune varianti di Trinoo, uno dei tools utilizzati per gli attacchi. Quanto individuato è stato inviato al CERT , il centro per il monitoraggio sulla sicurezza internet della Carnegie Mellon University. Queste scoperte si aggiungono a quelle dei giorni precedenti che raccontano di ritrovamenti simili in una università della Florida.

Secondo gli esperti il fatto che si intenda lanciare attacchi di tipo DoS da computer Windows tradisce un cambio di strategia e rende però ancora più chiaro quanto sia difficile contrastare questo genere di eventi. Gli attacchi pesanti che ignoti cracker hanno messo in atto contro i vari Amazon e Yahoo , infatti, sono stati condotti soprattutto da sistemi UNIX di agenzie governative, imprese e organizzazioni industriali.

Ad aumentare i battiti cardiaci degli esperti di sicurezza soprattutto americani ci ha pensato anche un altro evento clamoroso accaduto nelle scorse ore, l’attacco riuscito al sito dell’ FBI .


Da quanto si è appreso, alcuni cracker negli scorsi giorni, ma si è saputo solo nelle ultime ore, sarebbero riusciti a tirare giù il sito della polizia federale americana utilizzando la stessa tecnica DoS “vista” nelle settimane precedenti.

Stando a fonti dell’FBI il sito è rimasto offline per più di tre ore a causa del “collasso” del server a cui era indirizzato “un numero esagerato” di richieste di sistema. Stando ad un legale ex agente FBI intervistato da Associated Press, James Williams, “l’FBI ha intenzione di perseguire i responsabili degli ultimi attacchi. E tutto questo assomiglia quindi sempre di più ad una battaglia tra hacker e polizia”.

Va detto che ben prima degli eventi delle ultime settimane, l’FBI ha dato “un giro di vite” nel suo approccio all’hacking, distinguendo sempre meno tra questo e il cracking e perseguendo con sempre maggiore insistenza violazioni spesso insignificanti. Una situazione che era già sfociata in una serie di “avvertimenti” alla polizia federale da parte di diverse aree della comunità hacker internazionale.

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Pubblicato il
28 feb 2000
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