Wall Street Journal a tavoletta

Wall Street Journal a tavoletta

Rupert Murdoch ha annunciato lo sviluppo di un'applicazione a pagamento per iPad. Prevedendo un'esplosione di device alternativi entro l'anno. Nel frattempo, Steve Jobs gli ha consigliato di non usare Flash
Rupert Murdoch ha annunciato lo sviluppo di un'applicazione a pagamento per iPad. Prevedendo un'esplosione di device alternativi entro l'anno. Nel frattempo, Steve Jobs gli ha consigliato di non usare Flash

Il Wall Street Journal è alle prese con un esemplare di iPad, il tablet made in Cupertino che farà la sua apparizione sul mercato alla fine di questo mese. Una tavoletta alquanto preziosa, messa sotto chiave dagli uomini della Mela ogni notte, per evitare che possa sfuggire ai responsabili tecnici del quotidiano dell’universo mediatico di News Corporation .

È stato lo stesso Rupert Murdoch – nel corso di un pranzo organizzato dalla Real Estate Board di New York – ad annunciare ufficialmente che il Wall Street Journal è al lavoro sullo sviluppo di un’applicazione per iPad . Applicazione per il momento circondata da un alone di mistero, data una generale avidità di dettagli da parte di Murdoch. Ma si tratta di un mistero fino a un certo punto: l’applicazione sarà a pagamento.

Nessuno è rimasto particolarmente sorpreso . È da tempo infatti che il tycoon di origini australiane sbandiera l’urgente necessità di far pagare i netizen per i contenuti editoriali online. Una delle principali sfide che Murdoch è determinato ad affrontare consiste nella progressiva introduzione di materiale a pagamento nel prossimo ecosistema portatile dei tablet.

Nelle previsioni di Murdoch, iPad non sarà certo l’unico attore sul mercato dei computer a tavoletta. Entro l’anno che verrà, gli utenti potranno cioè leggere news e reportage su almeno una dozzina di dispositivi mobile , contando anche quelli basati su Android. Steve Jobs, nel frattempo, ha fatto visita agli uffici del Wall Street Journal , portando con sé un avviso: per la nuova applicazione si dovrebbe andare cauti nell’ipotizzare l’utilizzo di Adobe Flash.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 4 mar 2010
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