UK, una clinica per i tecnotossici

UK, una clinica per i tecnotossici

Un programma dedicato alla riabilitazione dalla cosiddetta dipendenza da Internet. Con sessioni di socialità faccia a faccia per migliaia di ragazzini. Intanto, la Corea del Sud studia metodi curiosi
Un programma dedicato alla riabilitazione dalla cosiddetta dipendenza da Internet. Con sessioni di socialità faccia a faccia per migliaia di ragazzini. Intanto, la Corea del Sud studia metodi curiosi

Si tratta del primo programma di riabilitazione dalla dipendenza di Internet lanciato nel Regno Unito. A gestirlo , una clinica privata di Londra, il Capio Nightingale Hospital . Una serie di sessioni terapeutiche che tenteranno di restituire alla società i virgulti britannici in una fascia d’età compresa tra i 12 e i 17 anni .

Ragazzi in pericolo costante, secondo i vertici della clinica londinese. In particolare perché inclini a stati d’ira funesta , nel momento in cui arrivi l’ordine familiare di smetterla con il social network e presentarsi a tavola. Svariate coppie britanniche avrebbero infatti chiamato più volte la polizia, dopo aver assistito alla reazione selvaggia dei propri pargoletti attaccati al computer. In Gran Bretagna un’espressione sembra aver preso sempre più piede: screenager . Una parola utilizzata soprattutto dal dottor Richard Graham, a capo dell’istituto privato Capio Nightingale . Ragazzini che rischierebbero la propria salute seduti davanti ad uno schermo, progressivamente inclini alla rabbia, all’isolamento e alla depressione.

Colpa di World Of Warcraft ? A giudicare da quanto sostenuto dal dottore , sì. Gli screenager vedrebbero il mondo incantato del videogiochi come una palestra in cui esercitare la propria socialità. Socialità amplificata dagli stessi social network come Bebo. Proprio quest’ultimo è stato al centro delle polemiche dopo che una ragazzina di 15 anni si è suicidata a causa di svariate azioni di cyberbullismo social da parte dei suoi compagni di classe.

Ma di tratta di una questione dibattuta : c’è chi ipotizza che la Rete non sia direttamente coinvolta in fenomeni come questo, che i giovani vivano i propri stati d’alienazione in maniera del tutto ordinaria, slegata dagli strumenti della rete. Che invece porterebbero – secondo la clinica di Londra – ad una dipendenza molto simile a quella sperimentata dai giocatori d’azzardo .

Per questo è stato messo in piedi il programma del Capio Nightingale , che prevede ore di riabilitazione attraverso sessioni di relazione faccia a faccia. Una particolare area del programma verrà poi dedicata alla riduzione del tempo passato sui telefoni cellulari e all’interno dei videogiochi.

Un problema particolarmente avvertito anche sul fronte orientale, a partire dal governo della Corea del Sud. Le autorità coreane sono visibilmente preoccupate per un trend allarmante: circa il 10 per cento delle utenze di Internet sarebbe affetto da dipendenza. Una tendenza da contrastare, da ridurre entro il 2012. Attraverso un software .

Si chiama infatti Internet Fatigue il software coreano pensato per chiudere le sessioni di navigazione o di gioco dei ragazzi a seconda della volontà dei loro genitori. Un programma di parental control che renderebbe i giochi così noiosi e difficili nel corso del tempo da obbligare l’utente a smetterla immediatamente. Che trasformi le creature di World of Warcraft in medici specializzati nella lotta alla scimmia sulla schiena della Rete?

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
19 mar 2010
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