Francia: il diritto più lungo vince

Francia: il diritto più lungo vince

Una casa editrice francese chiede tutela globale. Anche nei confronti del Canada, che consegna le opere al pubblico dominio in tempi più brevi
Una casa editrice francese chiede tutela globale. Anche nei confronti del Canada, che consegna le opere al pubblico dominio in tempi più brevi

La casa editrice Gallimard ha chiesto al contenitore di testi Wikisource di rimuovere alcune opere in francese, anche se secondo la normativa canadese essi ricadrebbero nel pubblico dominio. Il problema è che, attraverso il portale Wikisource in francese, tali testi sono anche messi a disposizione dei cittadini francesi, e per il diritto della proprietà intellettuale della Francia ricadono ancora nella protezione e nell’esclusiva accordata con il diritto d’autore.

Gallimard, in pratica, ha chiesto a Wikimedia Foundation, organizzazione internazionale non profit con sede negli Stati Uniti, di rispettare la normativa sul diritto d’autore vigente in Francia e imporla anche a tutti gli i paesi francofoni. “Il sito Wikisource – ha scritto la casa editrice alla Fondazione – ha un pubblico francese e, di conseguenza, secondo il principio francese che regola i conflitti che venissero a crearsi fra le leggi, si deve applicare il diritto d’autore sul contenuto”.

Ha quindi richiesto che le opere ancora protette per la Francia (anche se ormai svincolate dal diritto d’autore in Québec) non possano essere rese liberamente accessibili anche agli utenti francofoni residenti al di fuori dei confini francesi: o Wikisource riesce a filtrare le nazioni in cui i diritti perdurano o i contenuti devo essere rimossi.

Wikisource, di conseguenza, ha ottemperato alla richiesta di rimozione. Ma su Gallimard sono piovute le critiche e la comunità sembra voler promettere battaglia .

Al centro della questione le opere di Paul Eluard, André Gide, Jean Giono, Paul Valéry, Guillaume Apollinaire, Jean-Pierre Calloc’h, Robert Desnos, Max Jacob, Charles Péguy, Louis Pergaud, Victor Segalen, e Jean de la Vile de Mirmont: tutti autori morti da più di 50 anni, tempo sufficiente per liberare le loro opere dal diritto d’autore per la normativa canadese. La normativa francese, tuttavia, prevede che il diritti si estendano, di base, per 70 anni oltre la morte dell’autore.

Alcuni dei suddetti autori (come Apollinaire, Pergaud e de Mirmont), sarebbero comunque morti nel primo ventennio del 1900: ma la normativa francese prevede dei meccanismi che allungano ulteriormente i diritti di esclusiva. In particolare, gli autori “morti per la Francia” possono godere dei diritti sulle loro opere per ulteriori 30 anni; mentre tutti i termini relativi al diritto d’autore sono prorogati per la durata delle due guerre mondiali (prendendo in considerazione il riferimento più esteso e non le battaglie francesi, quindi 6 anni e 152 giorni per la prima e 8 anni e 263 giorni per la seconda). In questo periodo, infatti, il legislatore ha valutato che gli autori non abbiano potuto sfruttare commercialmente le proprie opere.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 22 mar 2010
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