Il computer che osserva e racconta

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Nuova ricerca ai margini della fantascienza per la DARPA: che vuole trasformare ogni telecamera in un esploratore autonomo. Senza i rischi e i problemi dell'equivalente umano
Nuova ricerca ai margini della fantascienza per la DARPA: che vuole trasformare ogni telecamera in un esploratore autonomo. Senza i rischi e i problemi dell'equivalente umano

L’ ultimo progetto del DARPA , opportunamente chiamato The Mind’s Eye , mira ad applicare le meraviglie dell’intelligenza visiva (tipicamente umana) a una inconsapevole e muta telecamera, donando a essa la capacità di interpretare in maniera coerente ciò che vede e di descriverlo con viva voce a tutto vantaggio dei militari impegnati sul campo.

Atteso a una presentazione pubblica il prossimo 20 aprile, The Mind’s Eye dovrebbe mimare le qualità dell’apparato visivo dell’essere umano senza subirne le controindicazioni: al pari del corrispettivo di carne, le macchine video-dotate di DARPA saranno in grado di vedere la scena su cui puntano l’obiettivo, interpretandola attraverso una logica astratta e in relazione al contesto.

In seguito all’ elaborazione delle immagini da parte della intelligenza visiva artificiale integrata, le cam-bot saranno poi in grado di “raccontare” ciò che hanno visto, facendo magari rapporto a un soldato poco distante in occasione di scontri armati ad alto rischio.

A parte la naturale sacrificabilità di una macchina inconsapevole rispetto al valore di una vita, il vantaggio significativo di impiegare le cam-bot consiste nel fatto che le telecamere non si lasciano condizionare dai fattori soggettivi tipici dell’intelligenza umana, bensì “vedono” la realtà per quella che è, senza costrutti dettati dall’immaginazione o errori di valutazione di sorta.

Se le cam intelligenti sono già oggi in grado di riconoscere gli oggetti presenti in una scena, quello che DARPA vuol fare è “aggiungere i sottostrati percettivo e cognitivo per il riconoscimento e il ragionamento”, “permettendo una narrazione maggiormente completa dell’azione nell’esperienza visiva”. Per verificare se l’agenzia sia riuscita nel suo ambizioso intento occorrerà aspettare solo un mese.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 mar 2010
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