Google Analytics? C'è chi dirà no

Google Analytics? C'è chi dirà no

Mountain View dice di voler offrire ai netizen uno strumento grazie al quale chiamarsi fuori dal tracking statistico. Qualche dubbio sulle possibili adesioni
Mountain View dice di voler offrire ai netizen uno strumento grazie al quale chiamarsi fuori dal tracking statistico. Qualche dubbio sulle possibili adesioni

Trattandosi del servizio di tracking e analisi statistica del traffico web probabilmente più usato in assoluto, Google Analytics fa discutere per le sue supposte implicazioni sulla privacy degli utenti dei siti che lo utilizzano. BigG dice ora di essere al corrente delle preoccupazioni e di volerci mettere una pezza con il rilascio, entro le prossime settimane, di un plugin per browser la cui installazione servirà da “opt-out” volontario dalle registrazioni di Analytics.

Annunciando la novità sul blog ufficiale del servizio, il group product manager Amy Chang riferisce che la corporation è giunta alla conclusione che “il miglior approccio sarebbe quello di sviluppare un plugin globale per browser per permettere agli utenti di chiamarsi fuori dal tracking di Google Analytics”.

Chi installa il componente aggiuntivo non dovrà più temere , qualora lo abbia già fatto in passato, di consegnare preziose informazioni comportamentali agli admin di un sito web o al babau di rete che vive nei server di Mountain View.

Stabilito il come, ora occorre capire il perché Google apparentemente decida di tarpare le ali a un suo servizio usato dal 71 per cento dei 400mila principali domini web a marzo 2009. La decisione di facilitare l’opt-out da Analytics potrebbe fungere da operazione maquillage per un’azienda che recentemente è stata spesso in prima pagina per la sua propensione a non preoccuparsi poi troppo della privacy dei netizen.

Per i siti web che sfruttano il tracker made in Mountain View per decidere il giusto tipo di contenuti da offrire ai visitatori, l’opt-out da Analytics potrebbe comunque risultare deleterio . Nella migliore delle ipotesi (dal punto di vista dei publisher) Google ha deciso di offrire il nuovo plugin perché sa, dati alla mano, che ben pochi netizen ne approfitteranno in maniera fattiva.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 mar 2010
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