In aeroporto occhio alla scimmia

In aeroporto occhio alla scimmia

Negli USA la TSA cerca di ottimizzare gli ormai lunghissimi tempi di attesa: tracciando i cellulari, minimizzando le perquisizioni dei primati. Nel Regno Unito invece si abusa dei body scanner
Negli USA la TSA cerca di ottimizzare gli ormai lunghissimi tempi di attesa: tracciando i cellulari, minimizzando le perquisizioni dei primati. Nel Regno Unito invece si abusa dei body scanner

Si prospettano tempi duri per chi vuole solo viaggiare in aereo invece di essere ispezionato tutto il tempo da scanner, sensori e intelligenze distribuite tipiche da Grande Fratello del nuovo millennio. La Transport Security Administration (TSA) sta infatti pensando di installare, negli aeroporti statunitensi, sensori Bluetooth in grado di tenere sotto controllo i dispositivi degli utenti , per raccogliere informazioni sulla coda ai controlli.

Il sistema certo non piacerà a chi si preoccupa della privacy, ma almeno questa volta non si tratterebbe di un meccanismo pensato per violare la riservatezza in funzione di (supposte) protezioni alla sicurezza comune: già testata dai ricercatori della Purdue University presso l’ Indianapolis International Airport , la tecnologia consiste in un ricevitore Bluetooth piazzato all’inizio della coda per il check-in e un altro posizionato alla fine.

I sensori sono in grado di controllare e identificare i dispositivi Bluetooth con la protezione disattivata, registrano una parte del codice univoco integrato in ogni dispositivo e una volta calcolato il tempo trascorso tra l’inizio e la fine della coda cancellano tutte le informazioni raccolte nel processo. La TSA vorrebbe implementare il controllo sia per ridurre i tempi di attesa in aeroporto dei passeggeri, che per fornire informazioni sui suddetti tempi agli utenti attraverso i suoi siti web.

Potenziali rischi per la privacy a parte, il controllo tramite Bluetooth è certamente meno insolito delle ultime regole di controllo stabilite dalla TSA, pensate nientemeno che per ispezionare le scimmie di servizio al seguito di un passeggero. In frangenti del genere l’organizzazione di controllo consiglia di controllare più approfonditamente scimmia e proprietario se scatta il metal detector, non toccare la scimmia, e limitarsi a un’ispezione visiva mentre la maneggia il proprietario.

E per chi infine si stesse chiedendo quando i nuovi body scanner sarebbero stati (ab)usati per scopi molto meno nobili del controllo aereo, dall’aeroporto londinese di Heathrow arriva la (poco) lieta notizia secondo cui un impiegato venticinquenne ha scattato foto a una sua collega mentre questa passava sotto uno dei suddetti scanner .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 29 mar 2010
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