P2P, sipario sull'Operazione Colombo

P2P, sipario sull'Operazione Colombo

Con il sequestro di labaia.net la Guardia di Finanza ritiene conclusa l'operazione. Che negli ultimi anni ha permesso di bloccare alcuni tra i riferimenti Web più nocivi per i detentori dei diritti
Con il sequestro di labaia.net la Guardia di Finanza ritiene conclusa l'operazione. Che negli ultimi anni ha permesso di bloccare alcuni tra i riferimenti Web più nocivi per i detentori dei diritti

È terminata con il sequestro del sito labaia.net l’operazione Colombo che negli ultimi due anni aveva permesso alla Guardia di Finanza di individuare e bloccare una serie di siti illegali tramite i quali era possibile scaricare file protetti da copyright, denunciando nel contempo almeno sei persone ritenute tra le artefici dei progetti.

Il primo a cadere nella rete delle forze dell’ordine fu nel 2008 il tracker colombo-bt , all’epoca uno dei siti italiani di settore più frequentati, reso irraggiungibile da un’ordinanza del GIP di Bergamo che obbligava tutti i provider italiani a impedirne l’accesso a netizen. L’analisi del contenuto del sito ha inoltre permesso di constatare come lo stesso, dal gennaio del 2007 al luglio del 2008, abbia attirato oltre 400mila utenti e annoverato più di 36mila file torrent: numeri che hanno consentito di effettuare circa 580 milioni di download .

Successivamente alla vicenda di colombo-bt fu poi la volta di thepiratebay.org , bloccato una prima volta il 10 agosto 2008, quando era il principale punto di riferimento mondiale per lo scambio illegale di opere musicali, cinematografiche e software messo in piedi in Svezia tra gli altri da Peter Sunde, Fredrik Neij e Gottfrid Svartholm.

All’inizio del 2009 in Svezia si è svolto il processo contro quelli che erano stati individuati come i titolari di thepiratebay.org . Nei mesi successivi le previsioni sul futuro della Baia erano assai fosche visto l’incrociarsi di offerte d’acquisto e richieste di risarcimento da parte dei discografici: fatto sta che il tracker più celebre degli ultimi anni ha resistito alle bordate della giustizia ordinaria continuando a esistere, anche se per alcuni periodi ha vacillato .

Concluso il processo con un sostanziale nulla di fatto (a parte le dimissioni ufficiali di brokep da portavoce di TPB), la Baia ha continuato a essere vista come un ostacolo alla diffusione legale dei contenuti protetti da copyright: pertanto una seconda ordinanza del GIP di Bergamo ne aveva decretato un secondo oscuramento che tuttavia poteva essere aggirato a mezzo proxy con uno stratagemma fornito proprio da labaia.net , sito gestito da uno studente romano di 21 anni che adesso attende l’esito delle perizie in corso sul materiale a lui sequestrato per sapere di quali reati penali o amministrativi verrà (eventualmente) accusato.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 26 mar 2010
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