Equo compenso imprevisto

Equo compenso imprevisto

Le polemiche sul decreto Bondi riguardano anche la sua tempistica: per il Ministero sarebbe in vigore già dal 14 gennaio. I rivenditori denunciano un grave danno per gli operatori che non hanno provveduto ad adeguare i prezzi
Le polemiche sul decreto Bondi riguardano anche la sua tempistica: per il Ministero sarebbe in vigore già dal 14 gennaio. I rivenditori denunciano un grave danno per gli operatori che non hanno provveduto ad adeguare i prezzi

Il decreto Bondi che adegua l’equo compenso dovuto per copia privata a praticamente tutti i dispositivi oggi in grado di immagazzinare file è entrato in vigore. Bisogna adeguarsi, punto. O no? Il problema è che sulla questione non vi è certezza neanche per quanto riguarda la tempistica: da quando, cioè, gli operatori dovrebbero adeguare il prezzo per corrispondere il dovuto alla SIAE, con buona pace dei consumatori italiani. O da quando questa operazione di rincaro avrebbe dovuto essere messa in atto.

Nel testo, firmato dal Ministro il 30 dicembre 2009, infatti, sono state omesse indicazioni a tal riguardo, per cui deve valere quanto disposto dalla legge in previsione di tale mancanza. Nel caso di un regolamento a contenuto normativo l’entrata in vigore avviene dopo 15 giorni dalla pubblicazione per esteso in Gazzetta Ufficiale (ai sensi dell’articolo 7 del DPR 1092 del 1985). Ma per quanto riguarda il decreto ministeriale sull’equo compenso, sulla Gazzetta ufficiale n. 54 dello scorso 6 marzo è comparso solo un “avviso notiziale” cioè un comunicato sintetico che rimandava a quanto pubblicato sul sito del ministero che aveva pubblicato, così come il sito della SIAE, il testo integrale già il 14 gennaio.

A questo punto gli operatori hanno atteso che il decreto venisse pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro i canonici 60 giorni e che poi diventasse operativo.

Il 9 marzo, tuttavia, è apparso sul sito del Ministero dei beni culturali un PDF a cura dell’Ufficio legale in cui si specifica che il decreto sarebbe entrato in vigore già il 14 gennaio. In esso si spiega che il decreto ministeriale è da annoverarsi tra gli atti amministrativi generali non aventi natura regolamentare , i quali, a differenza degli atti normativi, acquistano efficacia fin dalla data di adozione da parte dell’autorità, previa “attuazione di misure di pubblicità idonee”. Questo in base alla semplificazione degli atti amministrativi introdotta dal ministro Brunetta.

Sarebbe dunque sufficiente la pubblicazione del semplice avviso in Gazzetta e della pubblicazione sul sito Internet istituzionale del testo. E il decreto sarebbe quindi in vigore dal 14 gennaio .

L’interpretazione del Ministero, tuttavia, è dibattuta ed esistono pareri legali diversi . Anche se manca la dicitura di “regolamento”, il testo sembrerebbe infatti comunque avere un contenuto normativo. Come ha spiegato l’avv. Carmelo Giurdanella anche nel corso del Convegno dei giuristi telematici tenutosi la scorsa settimana a Roma, sembra “se non un regolamento, senz’altro un atto a contenuto normativo e, pertanto, soggetto, per la sua entrata in vigore, alla preventiva pubblicazione (per esteso) in Gazzetta Ufficiale”.

Nessuno degli stessi operatori era informato di tale interpretazione, per cui non hanno ancora avuto il tempo di calcolare con esattezza l’esatto compenso in funzione della capacità di memoria dei dispositivi (per molti dei quali prima non dovevano calcolare alcun compenso per copia privata). Questo significa, spiega l’Associazione Nazionale Importatori e Produttori di Elettronica Civile ( ANDEC ), un danno ancora maggiore per l’industria perché i produttori rischiano di dover versare retroattivamente alla SIAE l’equo compenso dovuto a partire dal 14 gennaio 2010, periodo a cui non avrebbero assolutamente potuto ancora adeguare i listini.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 30 mar 2010
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