Webkit2, schede separate in casa

Webkit2, schede separate in casa

Apple annuncia la disponibilità di una nuova versione del suo celebre motore di rendering per browser. L'abilità di isolare le schede in processi separati fa il suo debutto: come dentro Google Chrome
Apple annuncia la disponibilità di una nuova versione del suo celebre motore di rendering per browser. L'abilità di isolare le schede in processi separati fa il suo debutto: come dentro Google Chrome

A Cupertino devono aver apprezzato parecchio una delle caratteristiche esclusive di Chrome, vale a dire la capacità di isolare ogni scheda in un singolo processo per una maggiore stabilità e sicurezza dell’esperienza di navigazione. Una capacità talmente apprezzata che Apple ha testé annunciato l’integrazione direttamente nel suo browser engine WebKit , non a caso lo stesso alla base del browser di Google.

Anche Safari come Chrome sarà dunque dotato presto dell’isolamento forzato delle singole istanze di navigazione, di modo che l’eventuale crash o malfunzionamento di una scheda non pregiudichi il funzionamento dell’intero browser.

La principale differenza tra WebKit2 e l’attuale approccio seguito da Mountain View, spiegano gli uomini Apple, è che il supporto al funzionamento multi-processo è stato ora integrato nel cuore del layout engine e farà quindi parte del corredo genetico di tutti i browser che utilizzano WebKit .

Un’altra novità di WebKit2 è l’implementazione di chiamate API (Application Program Interface) dirette verso l’engine a cui verrà inibito il “blocco” dell’attività del browser in attesa del dovuto “feedback” in memoria. Con il nuovo approccio si dovrebbero avere software (o plugin) più reattivi nell’interagire con il browser, finalmente capace di occuparsi anche d’altro mentre è impegnato a fare il rendering della pagina o in altro genere di attività.

La nuova versione di WebKit (attualmente disponibile solo nelle versioni Windows e Mac) promette migliorie a quello che è già ampiamente considerato il vincitore della guerra tecnologica tra i framework di rendering web usati dai vari browser in circolazione sul mercato. Tanta è la forza di WebKit che persino Mozilla, che nel suo Firefox implementa l’engine concorrente “Gecko”, dice di voler rubare pezzetti di codice al progetto open source di Apple per migliorare l’esperienza di navigazione offerta dal Panda Rosso.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 apr 2010
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