Brevetti, timori per la guerra di IBM
Non solo TurboHercules. C'è chi lancia l'allarme e prevede che a rischio siano anche realtà come Red Hat, MySQL, OpenBSD
Roma - La querelle partita dallo scontro tra IBM e TurboHercules riguardo ad una presunta infrazione di proprietà intellettuali continua a montare. Florian Mueller, attivista anti-brevetti software da subito schieratosi con la piccola azienda francese, alza il tiro e, alla luce dei brevetti contestati, presenta un elenco preliminare di software di prima grandezza a rischio: OpenBSD, Xen, VirtualBox, Red Hat Enterprise Virtualization, MySQL, PostgreSQL, SQLite e Kaffe. Di questi Xen, VirtualBox e RHEV sono quelli che avrebbero più da temere stando alla sua analisi, anche e soprattutto per le maggiori analogie con l'emulatore incriminato.
Il professionista tedesco non vuole fermarsi qua e incoraggia altri volontari della comunità FOSS a contribuire in via anonima, al riparo da eventuali rappresaglie, con ulteriori esempi di potenziali contrasti fra le decine di migliaia di proprietà intellettuali del colosso americano e progetti open source. "Sulla base di una più approfondita analisi di tutto ciò - conclude Mueller - potremmo a quel punto considerare quale tipo di impegni richiedere ad IBM".
Fra la stampa di settore Groklaw, da sempre interessato al lato legale dell'IT, ha cercato di paragonare l'intera faccenda alle cause celebri di Apple-Psystar e Novell-SCO. La stessa testata ha rinfocolato i sospetti di una malcelata intrusione di Microsoft e accusato l'attivista teutonico di "disseminare FUD", paura, incertezza e dubbio. Pure gli altri principali siti d'informazione sembrano schierarsi compatti a fianco di IBM, con la notevole eccezione di uno dei nomi più famosi del software libero, Eric Raymond: solo i prossimi mesi potranno dirci se Mueller sarà stato una Cassandra isolata o un cattivo profeta.
Fabrizio Bartoloni
Il professionista tedesco non vuole fermarsi qua e incoraggia altri volontari della comunità FOSS a contribuire in via anonima, al riparo da eventuali rappresaglie, con ulteriori esempi di potenziali contrasti fra le decine di migliaia di proprietà intellettuali del colosso americano e progetti open source. "Sulla base di una più approfondita analisi di tutto ciò - conclude Mueller - potremmo a quel punto considerare quale tipo di impegni richiedere ad IBM".
Fra la stampa di settore Groklaw, da sempre interessato al lato legale dell'IT, ha cercato di paragonare l'intera faccenda alle cause celebri di Apple-Psystar e Novell-SCO. La stessa testata ha rinfocolato i sospetti di una malcelata intrusione di Microsoft e accusato l'attivista teutonico di "disseminare FUD", paura, incertezza e dubbio. Pure gli altri principali siti d'informazione sembrano schierarsi compatti a fianco di IBM, con la notevole eccezione di uno dei nomi più famosi del software libero, Eric Raymond: solo i prossimi mesi potranno dirci se Mueller sarà stato una Cassandra isolata o un cattivo profeta.