Cina, quota 400 milioni

Cina, quota 400 milioni

La già più vasta popolazione online del mondo aumenta senza posa. E la penetrazione della banda larga è pari al 95 per cento. Ma le autorità di Pechino annunciano nuove censure, questa volta contro i siti d'informazione ostili
La già più vasta popolazione online del mondo aumenta senza posa. E la penetrazione della banda larga è pari al 95 per cento. Ma le autorità di Pechino annunciano nuove censure, questa volta contro i siti d'informazione ostili

Alla fine del 2009 erano 384 i milioni di netizen che affollavano i meandri dell’ecosistema di Rete della Cina. Numeri più che sufficienti a creare la più vasta popolazione online dell’intero pianeta. Una popolazione connessa che è ora aumentata ulteriormente , raggiungendo quota 404 milioni .

Praticamente un terzo del numero totale di abitanti del paese asiatico, almeno stando a recenti dati riportati dall’agenzia di stampa di stato Xinhua , che ha a sua volta diramato una comunicazione ufficiale da parte delle autorità di Pechino.

Sarebbero 233 i milioni di netizen cinesi ad aver attualmente accesso a Internet tramite dispositivi mobile . Con 346 milioni ad usufruire delle più tradizionali connessioni a banda larga. Stando sempre ai numeri ufficiali, il 99,1 per cento delle città del paese asiatico ha possibilità di connettersi alla Rete . Percentuale che scende al 95,6 per quanto riguarda nello specifico la banda larga.

Attualmente , sono oltre 3 milioni gli spazi online in Cina , non tutti al di fuori di quella che è stata più volte soprannominata Grande Muraglia Digitale . Un più che esteso meccanismo di controllo governativo, che ora sembra prendersela con quei siti d’informazione stranieri guidati da “forze ostili”. Ad annunciarlo , un portavoce del governo, che non ha tuttavia stilato un elenco ufficiale dei nuovi spazi web da combattere.

Mentre dunque il numero dei netizen asiatici cresce a dismisura, le esigenze di Pechino sembrano virare senza sosta verso un ecosistema chiuso ermeticamente dall’interno. La Cina ha puntato il dito contro quell’informazione online che parla apertamente di scottanti tematiche politiche , dando voce ad attivisti per i diritti umani su questioni spinose come quella tibetana.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
3 mag 2010
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