Explorer sta perdendo la guerra

Explorer sta perdendo la guerra

Le ultime statistiche parlano di una vera e propria emorragia di utenti per il browser Microsoft. I software di navigazione alternativi sono sempre più popolari: Google Chrome sugli scudi
Le ultime statistiche parlano di una vera e propria emorragia di utenti per il browser Microsoft. I software di navigazione alternativi sono sempre più popolari: Google Chrome sugli scudi

Microsoft dovrà davvero superare se stessa con lo sviluppo di Internet Explorer 9 , offrendo agli utenti vecchi e nuovi caratteristiche innovative che la concorrenza non immagina. L’alternativa è che il trend di costante ridimensionamento del market share di IE continui senza posa, trasformando quello che era il browser web più popolare in un semplice comprimario in un mercato in pieno boom . Per ora, la sua fetta di mercato è calata sotto il 60 per cento, dicono le statistiche più recenti.

Stando ai numeri di NetMarketshare , infatti, tra giugno 2009 e aprile 2010 IE ha perso più dell’8 per cento, passando dal 68,32 al 59,95 per cento. Un autentico bagno di sangue insomma, a cui hanno fatto da contraltare la crescita moderata di Mozilla Firefox (+2 per cento), Safari (+1 per cento circa) e le performance più che ottime del nuovo arrivato Google Chrome (dal 2,4 al 6,7 per cento di share).

I “piccoli” browser alternativi (alcuni dei quali open source) registrano guadagni altrettanto piccoli ma sufficienti, presi nell’insieme, ad assestare un durissimo colpo alla popolarità in calo costante del browser “standard” dei sistemi operativi Windows.

Stando alle singole versioni di IE utilizzate, inoltre, Net Application comunica che ad aprile 2010 il vetusto IE6 continua a rappresentare il 17,58 per cento del mercato contro il 12,50 di IE7 e il 24,66 per cento di IE8 (più un 3 per cento di IE8 usato in modalità compatibile).

La continua presenza di IE6 nelle statistiche – nonostante l’impossibilità di visualizzare siti altamente popolari come YouTube di Google – viene come al solito giustificata con l’esistenza di un parco macchine su cui si trova ancora installato Windows XP (non aggiornato) e l’esigenza di compatibilità di talune aziende, istituzioni e utenti con applicazioni e appliance specifiche.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 mag 2010
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