Telecom e il network management all'italiana

Telecom e il network management all'italiana

Il maggior operatore italiano annuncia l'avvio di una sperimentazione. Gli operatori concorrenti chiedono trasparenza e interessano Agcom della faccenda. Questioni di net neutrality
Il maggior operatore italiano annuncia l'avvio di una sperimentazione. Gli operatori concorrenti chiedono trasparenza e interessano Agcom della faccenda. Questioni di net neutrality

Sull’infrastruttura telematica del Belpaese sono in via di sperimentazione pratiche di network management dai contorni fumosi che allarmano i provider “alternativi” e chiamano in causa l’Autorità garante delle telecomunicazioni. Telecom annuncia l’esperimento in sordina, mentre la vicenda suona come un monito per chi ancora credesse che la net neutrality sia una faccenda tutta a stelle e strisce, con poche o nulle ripercussioni pratiche sulle reti del Vecchio Continente.

L’annuncio di Telecom Italia è di quelli discreti e risale alla fine di marzo scorso: “Al fine di garantire un miglior servizio ai suoi Clienti – si legge sul sito 187 di Telecom – a partire dal prossimo mese di aprile Telecom Italia inizierà una sperimentazione mirata di tecniche di Network Management”. L’incumbent precisa che si tratta di un trial limitato nel tempo e nei territori interessati, con un periodo complessivo di 6 mesi e 44 località sparse in 10 regioni diverse.

Telecom descrive il suo network management come una pratica utile a fornire “uno strumento di controllo e miglioramento della qualità delle connessioni ad internet, prevenendo situazioni di rallentamento della velocità a seguito di picchi di traffico”.

Nella sostanza, l’incumbent metterà in atto “meccanismi, automatici e non discriminatori, di ottimizzazione dell’impegno massimo di risorse di rete da parte di applicazioni che necessitano di un maggior consumo di band (ad es. peer-to-peer)”, riferendo che le suddette applicazioni non verranno pregiudicate mentre verrà garantita “una sufficiente disponibilità di banda per il funzionamento soddisfacente di applicazioni real time e near-real time (es. navigazione, posta elettronica, ecc.)”.

Nessun protocollo o tipo di comunicazione viene rallentato, gli utenti ci guadagnano e la qualità media del servizio “fruito dalla generalità della clientela” aumenta, promette Telecom. Nessun caso Comcast italiano insomma, la neutralità della rete rispetto alle informazioni che vi transitano verrà preservata e l’infrastruttura telematica italiana sarà migliore per l’intera collettività interconnessa.

Tutto bene, dunque? Non proprio, stando all’ Associazione Italiana Internet Provider , organizzazione che raccoglie gli ISP “minori” che accusano apertamente Telecom Italia di violazione dei principi di net neutrality e chiedono all’ Agcom di fare chiarezza sull’esperimento dell’incumbent . AIIP chiede maggiori informazioni sul network management di Telecom e la diffida dal continuare su questa strada, paventando un futuro “in cui i saranno servizi di serie A e di serie B” a diverse velocità, compatibilmente con gli esclusivi interessi del monopolista dell’infrastruttura nazionale.

Nel documento inviato all’Agcom e di cui quest’ultimo ha già chiesto conto a Telecom via Posta Prioritaria, AIIP evidenzia alcuni profili di “criticità regolamentare” comprendenti la discriminazione tra la qualità dei servizi offerti ai clienti di TIN e quelli degli operatori Internet concorrenti, la violazione della libertà di espressione a causa del controllo all’accesso messo in pratica da Telecom, la violazione della priavacy dei netizen e la violazione dei principi di neutralità della rete. La palla è ora nella metà campo di Telecom.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 5 mag 2010
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