Google, sciami di API

Google, sciami di API

Google ha rilasciato una serie di API per il suo giovane servizio di social networking Buzz e per quello di geolocalizzazione Latitude. Entrambi possono ora essere integrati in applicazioni di terze parti
Google ha rilasciato una serie di API per il suo giovane servizio di social networking Buzz e per quello di geolocalizzazione Latitude. Entrambi possono ora essere integrati in applicazioni di terze parti

A poco più di tre mesi di distanza dal burrascoso debutto di Google Buzz, che in questo arco di tempo ha dovuto fronteggiare alcuni seri problemi relativi alla privacy, gli uomini del Googleplex hanno trovato il tempo di rilasciare una serie di API che permetterà agli sviluppatori di terze parti di integrare Buzz nelle loro applicazioni.

La Google Buzz API , distribuita sotto una licenza gratuita, funziona in modo simile a quella di Facebook, e permette all’utente di accedere ai servizi forniti da Google Buzz attraverso siti e applicazioni non controllati da Google: BigG spiega che gli utenti possono autorizzare siti e applicazioni ad accedere al loro account Buzz attraverso un meccanismo di opt-in. Gli utenti possono sempre vedere quali applicazioni hanno accesso ai loro dati e, in qualsiasi momento, ne possono revocare l’autorizzazione da Google Account, da Google Dashboard, dalla tab Buzz presente nelle impostazioni di Gmail o dall’applicazione stessa.

Grazie a questo primo insieme di API, a cui in futuro ne seguiranno altri, le applicazioni di terze parti potranno accedere a contenuti e servizi di Buzz come feed, post, commenti e media. Tra i servizi e i software che implementeranno le nuove API vi sono Seesmic, TweetDeck, Boxee, Meebo e Buzzzy.com.

Presso la conferenza Google I/O la società di Mountain View ha annunciato anche la disponibilità delle API per Latitude , il suo noto servizio di geolocalizzazione varato all’inizio dello scorso anno. Anche in questo caso, le API permettono l’integrazione di Google Latitude in una grande varietà di applicazioni desktop, web e mobili, lasciando così il compito alle terze parti di colmare alcune delle più grandi lacune di questo servizio, quali la mancanza – al pari di Foursquare o SimpleGeo – di un meccanismo di check-in delle località registrate dalla comunità o dallo stesso utente.

Le possibilità d’impiego di un servizio di geolocalizzazione come quello fornito da Latitude sono praticamente infinite. Google ne suggerisce alcune , come la possibilità di spegnere o accendere il riscaldamento o il condizionatore quando ci si avvicina o ci si allontana da casa; la possibilità di ricevere automaticamente notifiche sul traffico locale o allarmi relativi all’utilizzo del proprio numero di carta di credito in un luogo diverso da quello in cui ci si trova; album fotografici digitali capaci di catalogare le foto per località anche in assenza di un apposito tag: questi potranno confrontare l’orario di scatto con quelli registrati da Latitude e associati ad una data posizione geografica.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
21 mag 2010
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