Google VP8, accoglienza agrodolce

Google VP8, accoglienza agrodolce

Il nuovo codec che Mountain View ha donato alla community dell'open source continua a far discutere. In tanti lo criticano, Apple in primis, e già si prospettano possibili vertenze legali
Il nuovo codec che Mountain View ha donato alla community dell'open source continua a far discutere. In tanti lo criticano, Apple in primis, e già si prospettano possibili vertenze legali

Dopo i commenti entusiastici per la pubblicazione delle specifiche di VP8, il codec video entrato a far parte dell’ ambizioso progetto WebM , il day after rappresenta per Google una sorta di amaro risveglio fatto di polemiche, commenti sprezzanti e liquidatori che descrivono VP8 alla stregua di un sottoprodotto destinato al peggio . E a una potenziale maxi-causa legale da parte dell’industria, anche.

A dare il là alle polemiche contro VP8 ci aveva già pensato Jason Garrett-Glaser, sviluppatore del progetto open source x264 di codifica “alternativa” in formato H.264, che aveva parlato di disastro più che di rivoluzione nell’ambito delle tecnologie web per il multimedia. VP8 è in certi casi qualitativamente comparabile ad H.264, aveva detto Garret-Glaser, ma in quanto a velocità lo standard licenziato dal gruppo industriale MPEG-LA è parecchio superiore.

E poi, aveva proseguito, c’è la questione della pulizia delle specifiche – inesistente in VP8 – il codice C copia-incollato alla bell’e meglio, e più in generale una mancanza di pulizia in un prodotto che il programmatore definisce inferiore ad H.264, e “non ancora pronto per andare in scena”. Il vero problema di VP8, però, sarebbe il fatto che On2 (la società sviluppatrice acquisita da Google) ne ha decantato le lodi in quanto a velocità e risparmio di banda per le trasmissioni in streaming, due qualità che escono distrutte dalle valutazioni tecniche dello sviluppatore di x264 .

E mentre cominciano a profilarsi domande sulla reale capacità di giudizio del management di Google, e della giustezza della scelta di acquistare un prodotto incompleto spedendolo poi dritto sul mercato così com’era, all’accoglienza oltremodo positiva di VP8 da parte di alcuni protagonisti del settore (AMD-ATI, NVIDIA, Mozilla, Opera e altri) si contrappone la prevedibile risposta negativa di Steve Jobs ed Apple. Jobs considera VP8 inferiore ad H.624, e lo fa presente sposando apertamente l’analisi caustica di Garret-Glaser in una delle sue famose e-mail.

Jobs aveva già paventato la possibilità di una denuncia legale per violazione di brevetto nei confronto di Theora (che con VP8 condivide la storia e lo sviluppatore originale), e stando a quanto sostiene il CEO di MPEG-LA pare proprio che lo stesso destino riguarderà presto anche il nuovo codec di Mountain View. “Si”, scrive Larry Horn lesinando sulla punteggiatura e la chiarezza di esposizione, “in vista delle incertezze riguardo alle licenze di brevetto necessarie per questo genere di tecnologie”, il mercato ci ha fatto presente l’intenzione di voler spingere per la “formazione di nuove licenze utili come alternativa unica alla negoziazione di licenze separate con i proprietari individuali di brevetto”, sia per VP8 che per gli altri codec.

In sostanza MPEG-LA si starebbe preparando a radunare in un solo posto tutti i brevetti che a suo parere verrebbero violati da VP8 e Theora, proponendo poi ai promoter di questi standard di pagare il dovuto o fronteggiare la furia di uno squadrone di legali d’assalto in tribunale . E Google? Per il momento è tutta concentrata sulle tante novità presentate alla conferenza I/O e su Froyo , la versione 2.2 di Android , più veloce di 2-5 volte rispetto alla precedente versione 2.1 e (dice) incomparabilmente più performante di Apple iPad.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 21 mag 2010
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