USA: IsoHunt, filtrare o morire

USA: IsoHunt, filtrare o morire

Il celebre motore di ricerca del P2P è chiamato alla rimozione forzata dei contenuti protetti dal copyright. Al suo admin la scelta: accettare il giudizio o chiudere la porta agli USA
Il celebre motore di ricerca del P2P è chiamato alla rimozione forzata dei contenuti protetti dal copyright. Al suo admin la scelta: accettare il giudizio o chiudere la porta agli USA

In quella che appare come l’ultima tappa della tribolata vicenda giudiziaria che coinvolge le major di Hollywood, IsoHunt e il suo fondatore e CEO Gary Fung, un giudice statunitense ha concesso un’ingiunzione permanente nei confronti del sito di ricerca di file torrent. Una ingiunzione che non lascia molte possibilità di scelta: Fung dovrà decidere se cancellare la stragrande maggioranza dei contenuti indicizzati o se “lasciare gli States” per sempre.

IsoHunt, che l’industria considera come uno dei sei principali nemici del copyright a stelle e strisce, era già stato condannato per incitazione alla violazione del diritto d’autore in fase pre-processuale e senza nemmeno la necessità di un processo. A poco è servito il restyling del sito in modalità lite , con Fung impegnato a sottolineare similarità tra il suo servizio di indicizzazione e quello offerto da Google: per il giudice IsoHunt contribuisce a violare il copyright, dunque è obbligato a sottostare a tutta una serie di richieste da parte dell’industria senza se e senza ma e anche in fretta.

Tra le succitate richieste c’è appunto l’obbligo di filtrare i contenuti che l’industria non gradisce siano disponibili online. Una misura che se messa in pratica costringerebbe a rendere inaccessibile la stragrande maggioranza dei torrent presenti nel database di IsoHunt. Ed è una misura che Fung ha già detto di non essere disposto a implementare poiché essa “solleva pesanti questioni sul bilanciamento tra la libertà di parola, il fair use e il protezionismo del copyright”.

Fung sostiene che il filtering imposto da Hollywood a mezzo tribunali porterebbe alla cancellazione di troppo materiale entrato nel pubblico dominio, alla scomparsa di contenuti distribuiti con il consenso degli autori o su cui magari le major non detengono alcun diritto di esclusiva.

E allora, delle due l’una: entro i 14 giorni concessi a Fung per obbedire all’ingiunzione, IsoHunt potrebbe venire reso inaccessibile d’imperio dagli ISP o potrebbe finire, di sua spontanea volontà, per bloccare tutti gli accessi provenienti dagli IP a stelle e strisce.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 24 mag 2010
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