DARPA finanzia l'anonimato

DARPA finanzia l'anonimato

La celebre agenzia del Pentagono vuole mettere le mani su nuove tecnologie in grado di oltrepassare le censure del Web. Per sconfiggere la deep packet inspection un click alla volta
La celebre agenzia del Pentagono vuole mettere le mani su nuove tecnologie in grado di oltrepassare le censure del Web. Per sconfiggere la deep packet inspection un click alla volta

Per i comuni mortali che vogliano oltrepassare i filtri e la censura su Internet ci sono Tor e le altre darknet commerciali , ma se a porsi lo stesso (discutibile?) obiettivo sono gli ufficiali di DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) allora la tecnologia deve assurgere necessariamente all’adeguato livello “militare”.

E tale livello si chiama Safer Warfighter Communications anche noto come SAFER , un progetto che mira appunto a sviluppare tecnologie e sofisticazioni idealmente capaci di “bypassare tecniche che sopprimono, localizzano e/o corrompono le informazioni” online.

Con SAFER l’agenzia DARPA gioca all’hacking e invita i proponenti a fornire strumenti tecnici che siano in grado di garantire l’accesso laddove l’accesso è stato inibito d’imperio, sia nel caso del blocco o filtraggio a livello di indirizzo IP (“tipicamente mettendo in blacklist gli indirizzi IP dei siti web e di altri servizi”, spiega l’agenzia) che in caso di sistemi di “content filtering” che catturano e analizzano i pacchetti di dati con tecniche di “deep packet inspection” per poi bloccarne il fruire o scovare keyword e contenuti specifici.

SAFER mira naturalmente a rafforzare le capacità di accesso a Internet dei militari statunitensi in condizioni di cyber-warfare o in caso di censure da parte dei governi dittatoriali. Il fatto che le stesse tecniche di “hacking” della connessione si sposino benissimo anche con pratiche poco “militari” e molto illegali come l’infrazione della legge, la pedopornografia e il cyber-crimine a mezzo malware, non pare rappresentare un problema per la sempre intraprendente e iperattiva DARPA.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 25 mag 2010
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