UE, pedoporno come cavallo di Troia?

UE, pedoporno come cavallo di Troia?

Lanciato un sito per raccogliere firme a sostegno della tutela dei minori. Mascherando tentacolari pratiche di data retention dietro gli occhioni di una bimba
Lanciato un sito per raccogliere firme a sostegno della tutela dei minori. Mascherando tentacolari pratiche di data retention dietro gli occhioni di una bimba

C’è chi ha parlato di una vero e proprio cavallo di Troia, di una mossa per introdurre nel quadro normativo europeo delle pratiche di sorveglianza indiscriminata, mascherate del Parlamento Europeo dietro le quinte di un sito web dal forte impatto emotivo. Una bambina dai grandi occhi fissa l’utente, sotto alcune frasi a caratteri cubitali: “Ferma le molestie sessuali”, “Ferma la pedofilia”, “Ferma la pornografia infantile”.

Questo in sintesi il contenuto di un recente spazio online , inaugurato dai parlamentari del Vecchio Continente per raccogliere firme contro abusi e violenze sui minori . Una pratica che viene sempre più spesso identificata come un’insidia tesa dalla rete: per le autorità europee un fenomeno da combattere nella maniera più rigorosa possibile.

“Firma oggi la dichiarazione numero 29”. Questo l’appello – con tanto di punto esclamativo – lanciato dal sito web smile29.eu . Una campagna d’adesione che pare aver toccato gli animi dei parlamentari d’Europa, dato che finora sono state raccolte 324 firme , quasi sufficienti per introdurre i principi fondamentali della dichiarazione numero 29 a Bruxelles.

Ma c’è un dettaglio che non andrebbe trascurato, almeno secondo un pugno di parlamentari del Vecchio Continente. “La dichiarazione numero 29 è stata pubblicizzata dal Parlamento attraverso un’immagine dalla forte carica emotiva – ha spiegato Christian Engström, rappresentante a Bruxelles del Partito Pirata svedese – in particolare parlando della necessità di mettere in piedi un sistema d’allarme preventivo”.

La dichiarazione numero 29 prevede in sostanza l’adozione della direttiva europea 24/2006, che estende il meccanismo della data retention anche ai motori di ricerca . Le attività legate al search degli utenti sarebbero dunque monitorate , alla ricerca di potenziali sex offender da denunciare alle autorità. Ma questo – sostiene Engström – non viene esplicitamente illustrato nel sito web che riporta alla dichiarazione.

Per questo il membro del piratpartiet ha chiesto ai suoi colleghi di ritirare la propria firma , in attesa di trovare un modo meno invasivo di tutela dei minori. Una presa di posizione seguita a ruota da Cecilia Wikström, parlamentare della fazione liberale, che ha appunto ritirato la propria firma, protestando contro una mancata chiarezza da parte delle autorità del Vecchio Continente.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
4 giu 2010
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