Equo compenso, il tavolo italiano

Equo compenso, il tavolo italiano

E' stato istituito presso il MiBAC, per monitorare il mercato e scodellare proposte. Vi siederanno istituzioni, detentori dei diritti, SIAE e produttori di dispositivi e supporti
E' stato istituito presso il MiBAC, per monitorare il mercato e scodellare proposte. Vi siederanno istituzioni, detentori dei diritti, SIAE e produttori di dispositivi e supporti

I convitati sono rappresentanti delle istituzioni e dei detentori dei diritti, parteciperanno anche esponenti dell’industria dei supporti e dei dispositivi elettronici: il MiBAC ha annunciato l’istituzione con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del tavolo di lavoro tecnico sulla copia privata.

Il suo avvento era stato promesso nel quadro del cosiddetto decreto Bondi firmato nelle ultime ore del 2009, con il quale si è aggiornato il tariffario e si è ampliato il novero dei dispositivi e dei supporti al cui prezzo viene applicata una maggiorazione volta a ricompensare i detentori dei diritti per le copie private legittimamente effettuate da chi acquista contenuti. Un tavolo per raccogliere e dibattere le istanze delle parti in causa, per avere il polso del mercato e prevenire eventuali controversie.

Controversie che peraltro ribollono su diversi fronti: se i detentori dei diritti sono compatti nel mostrare soddisfazione, sia i consumatori sia i rappresentanti dell’industria dei supporti non esprimono entusiasmo nei confronti di una disposizione che dovrebbe riversare nelle casse della SIAE oltre 250 milioni di euro l’anno. Denari prelevati al momento dell’acquisto di un apparecchio che può contenere copie private ma che non viene necessariamente impiegati per quello scopo, prelevati nonostante il fatto che il consumatore non abbia la certezza di poter effettuare una copia dei contenuti che acquista legalmente, prelevati anche dalle tasche di coloro che già remunerano gli autori pagando una licenza per effettuare lecitamente una copia dei contenuti acquisiti.

Di questi nodi è probabile si occuperà il tavolo tecnico istituito presso il MiBAC: il decreto gli affida il compito di “monitorare le dinamiche reali del mercato dei supporti e degli apparecchi interessati dal prelievo per copia privata e di formulare proposte ai fini dell’aggiornamento del decreto ministeriale di determinazione del compenso”. Per ora non è dato sapere come si intesseranno le trattative, non è dato sapere se, come sta avvenendo in Svizzera, si soppeseranno con attenzione e con prudenza i tipi di dispositivi che dovranno remunerare i detentori dei diritti.

Certo è che il coordinamento spetterà a Mario Torsello del MiBAC, vi parteciperà un delegato della Presidenza del Consiglio e del Ministero dello Sviluppo Economico, mentre si fronteggeranno i rappresentanti dei detentori dei diritti e dell’industria dei contenuti (il presidente di SIAE Giorgio Assumma, il presidente di FIMI Enzo Mazza, Paolo Ferrari di Confindustria Cultura, Mario Gallavotti di ANICA) e i rappresentanti dell’industria degli apparecchi (Stefano Pileri per Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Guidalberto Guidi per Confindustria ANIE, Mario Pissetti per l’Associazione di Categoria dei produttori dei supporti magnetici e Maurizio Iorio per Confcommerio ANDEC).
Nessuno spazio è stato riservato per i consumatori, nonostante fossero le schiere più agguerrite all’indomani della firma del Decreto Bondi e nonostante siano con ogni probabilità la parte più interessata dal prelievo per compenso per copia privata. Ma, si spiega nel decreto, “il Tavolo di lavoro tecnico può essere integrato, di volta in volta, su disposizione del Coordinatore, con i rappresentanti delle associazioni e degli enti interessati”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
21 giu 2010
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