Editoria, quella registrazione è una ghigliottina

Editoria, quella registrazione è una ghigliottina

Anche se richiede solo l'iscrizione gratuita, il sito del Times ha già perso metà dei visitatori. Intanto De Benedetti spera in un'azione congiunta di Apple, Google, Microsoft e editori
Anche se richiede solo l'iscrizione gratuita, il sito del Times ha già perso metà dei visitatori. Intanto De Benedetti spera in un'azione congiunta di Apple, Google, Microsoft e editori

Le prime stime relative all’efficacia dei sistemi di accesso controllato ai contenuti non sembrano dare ragione al modello a pagamento: solo il fatto di chiedere una registrazione si traduce per esempio in un minore flusso di traffico per il britannico The Times .

Lo studio, condotto da Hitwise , mostra che solo la barriera della registrazione, anche se tale misura non comporta alcun pagamento, ha dimezzato il traffico del giornale . Pur se i numeri devono essere presi con le molle dal momento che non si conosce l’effettiva trasversalità dei dati raccolti dall’azienda, sono i primi sul sistema implementato dal giornale britannico.

C’è da sottolineare che Rubert Murdoch, tycoon dell’editoria e leader ideale di questa visione del business delle notizie online, ha sempre affermato che si potranno trarre le dovute considerazioni solo nel momento in cui la maggior parte degli operatori si convertiranno al modello a pagamento e che a questo dato andrebbero integrati i numeri relativi alla vendita della versione cartacea. Ma una diminuzione del 50 per cento solo per la barriera di un’iscrizione gratuita dovrebbe far riflettere gli editori che stanno studiando un nuovo modo per trarre profitto dalle loro notizie.

Oltretutto la statistica mostra anche che, una volta bloccati dalla pagina di registrazione, gli utenti deviano verso un diretto concorrente del Times, come il Telegraph o il Guardian .

Nonostante questo, gli editori continuano a cercare un modo per trasformare l’attuale modello free in un business a pagamento: la crisi economica (costata ai giornali l’improvvisa mancanza delle necessarie entrate finanziarie) sembra aver lasciato il segno. In Italia De Benedetti si chiede , a tal proposito, se sarà iPad o saranno le nuove iniziative di Google a rappresentare la necessaria ancora di salvezza per i giornali online. E auspica un’iniziativa sinergica che coinvolga Cupertino, Mountain View e gli editori. In cui, magari, si potrebbe inserire anche Microsoft, per il momento distaccata su questo settore.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
25 giu 2010
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