Dialer, Telecom dovrà collaborare

Dialer, Telecom dovrà collaborare

Una sentenza della Cassazione dà nuove speranze a coloro che vogliono combattere i programmi più aggressivi, quelli che si infilano nel PC per far connettere a numeri a pagamento. Si potrà denunciare senza perdere la linea telefonica
Una sentenza della Cassazione dà nuove speranze a coloro che vogliono combattere i programmi più aggressivi, quelli che si infilano nel PC per far connettere a numeri a pagamento. Si potrà denunciare senza perdere la linea telefonica


Roma – Si accende una nuova luce di speranza per coloro che non intendono subire passivamente gli addebiti, talvolta stratosferici, che compaiono in bolletta per colpa di qualche dialer particolarmente aggressivo. Questi programmi, studiati per far connettere il PC dell’utente a numeri a pagamento, da lungo tempo sono diffusi sul web italiano. Molti di loro hanno provocato danni notevoli all’utenza telefonica.

Ora la Corte di Cassazione ha deciso che nel caso in cui l’utente contesti gli addebiti in bolletta Telecom, anche quelli relativi all’uso di numeri a pagamento per la connessione ad internet, la stessa Telecom Italia dovrà fornire i tabulati delle telefonate nella loro interezza.

A tanti è poi accaduto, di fronte a certe bollette, di non aver pagato le fatture inviate da Telecom Italia e di aver subito conseguentemente il taglio della linea. Per questo la Corte ha deciso che, quando c’è una contestazione degli addebiti, Telecom dovrà rinviare la disattivazione della linea per morosità fino alla fornitura dei tabulati completi delle chiamate.

La questione non riguarda certamente solo i dialer, ma tutti i casi in cui l’utente ritenga ingiustificati gli addebiti in bolletta. La Corte ha peraltro preso in esame la vicenda di un’assistente di volo che ha fatto ricorso dopo essersi vista addebitare numerose chiamate a servizi internet in un periodo nel quale si trovava fuori per lavoro. Ora Telecom dovrà fornire i tabulati completi delle telefonate per giustificare gli addebiti e il distacco della linea.

Sul piano giuridico, la Corte ha spiegato che la lettura del contatore non “integra in sé la prova legale, ma forma piena dei fatti e delle cose rappresentate solo se colui contro il quale le risultanze sono indicate ne disconosce la conformità ai fatti. A fronte della contestazione dell’utente della bolletta telefonica, la Telecom, in virtù anche di quanto disposto dal ministero delle comunicazioni e con apposita circolare, era tenuta a produrre i tabulati, ai fini di far conoscere all’ attrice i numeri chiamati dalla relativa utenza ed in difetto a sospendere l’eventuale dichiarazione di morosità e le conseguenti disattivazioni della linea”.

Ma sugli addebiti ingiustificati in bolletta, e in particolare su quelli relativi alle connessioni internet, si sono mosse due associazioni dei consumatori, ADUC e Adiconsum. Di seguito i dettagli dei loro interventi.


Secondo Adiconsum , addebiti di servizi telefonici e telematici mai fruiti si ripeterebbero a carico degli utenti. In particolare per quanto riguarda la connessione ad internet vi sarebbero servizi, in particolare quelli legati al gioco d’azzardo o alla pornografia, che gonfiano le bollette degli utenti senza averne diritto.

La sede marchigiana di Adiconsum per queste ragioni ha denunciato ignoti per truffa informatica per il ripetersi di questi eventi. Si tratta di una situazione della quale i lettori di Punto Informatico sono da lungo tempo informati , ed è relativa a quelle bollette nelle quali risultano connessioni su numeri 70x effettuate ogni qualche decina di secondi. Questo è il funzionamento di una serie di dialer “aggressivi”, capaci di provocare l’addebito dello scatto alla risposta di costosi servizi di cui l’utente spesso ignora persino l’esistenza.

Adiconsum nella sua denuncia ha sottolineato come la connessione ripetuta dalla durata di circa 20 secondi segnala che del servizio l’utente non ha fruito ma ha solo pagato l’addebito alla risposta.

Sul piede di guerra contro i dialer anche l’ ADUC , associazione per i diritti dei consumatori e degli utenti, secondo cui quando si riscontrano importi abnormi sulla propria bolletta dovuti a queste cause, una volta scovato il dialer è utile denunciarlo all’autorità Antitrust (pubblicità ingannevole) e anche a quella delle Telecomunicazioni e alla Polizia Postale.

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Pubblicato il
6 mag 2003
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