Facebook: una domanda, 500 milioni di risposte

Facebook: una domanda, 500 milioni di risposte

Il social network si prepara a introdurre un nuovo servizio di "Q&A" dalle dimensioni non indifferenti. Il sogno è dare in pasto alle centinaia di milioni di utenti ogni singola domanda posta
Il social network si prepara a introdurre un nuovo servizio di "Q&A" dalle dimensioni non indifferenti. Il sogno è dare in pasto alle centinaia di milioni di utenti ogni singola domanda posta

In molti hanno già provato o stanno provando a sfruttare l’intelligenza connettiva tipica dei network di relazione per realizzare il sistema di “domanda&risposta” definitivo. Archiviata la gloriosa esperienza di Google Answers , a darsi battaglia sono oggi servizi Q&A come Quora , Yahoo! Answers e presto arriverà anche il nuovo Facebook Questions , il servizio recentemente presentato dal portalone che ha l’ambizioso obiettivo di raggiungere, con una singola domanda, tutti i 500 milioni di utenti già registrati sul sito .

Facebook Questions è al momento implementato in stato di beta pubblica e viene testato da 50mila utenti diversi . Per aggiungere una domanda al network occorrerà servirsi del nuovo pulsante presente accanto a quello degli aggiornamenti di stato, e il management di Facebook cerca di rendere ben chiaro il fatto che una volta aggiunta al database, quella particolare domanda resterà lì per sempre pubblicamente accessibile sia da Facebook che dal web.

Le domande potranno contenere link, immagini o sondaggi oltre al testo vero e proprio, e ci sarà la possibilità di aggiungere tag per meglio indirizzare la questione a gruppi di interesse specifici : taggare una domanda su uno show televisivo farà sì che quella domanda verrà proposta più facilmente a chi è fan della serie e lo ha reso noto nell’apposito spazio degli interessi di Facebook.

Il nuovo servizio di Q&A potrebbe rappresentare per Facebook un’occasione d’oro non solo per sbaragliare la concorrenza e “conquistare” il posto di numero uno nell’ennesimo contesto sociale del web, ma anche per attirare copiose schiere di inserzionisti.

Le succitate categorie “merceologiche” (ma anche politiche e di altro tipo) sarebbero certamente disposte a pagare profumatamente per sondare con domande specifiche milioni di utenti in contemporanea e ottenerne il feedback corrispondente, e c’è chi aspetta di conoscere i dettagli delle API di Facebook Questions per farsi un’idea meno aleatoria sulle reali potenzialità commerciali del servizio.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 29 lug 2010
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