Contrappunti/ Di bit e inchiostro

Contrappunti/ Di bit e inchiostro

di M. Mantellini - Libri ed ebook, editori e intermediari: quanto tempo passerà prima che le platee di lettori inizino a guardare al digitale?
di M. Mantellini - Libri ed ebook, editori e intermediari: quanto tempo passerà prima che le platee di lettori inizino a guardare al digitale?

Esistono, mi pare, due correnti di pensiero a riguardo del futuro della lettura in formato elettronico. La prima è quella, ragionevole e cauta, di chi sostiene che, per lo meno in ambito strettamente librario, siamo all’inizio di una migrazione lenta e per ora quantitativamente marginale. Secondo questo punto di vista il passaggio dell’editoria dalla carta al digitale non arriverà domani e nemmeno dopodomani: per un certo numero di anni il mercato del libro elettronico, con la sua ghirlanda di temi incrociati che riguardano i device ed il loro sviluppo ma anche radicali mutazioni sociali da parte dei lettori, interesserà solo spicchi di popolazione.

La seconda corrente di pensiero è quella della grande accelerazione: più fattori concorrerebbero ad una rapida rivoluzione verso il libro elettronico e molte delle notizie di questi ultimi giorni sarebbero lì a dimostralo. Il grande successo di vendita di iPad, la recente netta riduzione di prezzo del nuovo modello di Kindle appena presentato, la notizia che lo store di Amazon abbia nel corso dell’ultimo mese venduto un numero maggiore di testi elettronici rispetto a quelli cartacei a copertina rigida sono alcune di queste. Non mancano nemmeno i primi temerari tentativi di disintermediazione: Andrew Wylie, forse il più importante agente letterario americano, ha deciso di saltare gli editori per vendere direttamente ad Amazon, attraverso una sua neonata società, i diritti elettronici sui testi dei suoi protetti (molti dei quali sono personaggi di primissimo piano della letteratura mondiale). Tutte notizie che starebbero a dimostrare che finalmente il mercato degli ebook, rimasto in una sorta di imbarazzante stand by per almeno un decennio, sarebbe pronto a partire.

A complicare lo scenario c’è la questione della fruizione in formato elettronico di quotidiani e riviste. Si tende molto spesso a confondere due mercati abbastanza differenti solo in quanto accomunati dai medesimi strumenti di fruizione. Eppure le differenze fra ebook e versione digitale di quotidiani e periodici sono molte e ben evidenti. La recente corsa degli editori di notizie di tutto il mondo alla creazione di applicazioni per iPad è, per esempio, una sorta di salto nel buio che ha pochissime affinità col passaggio del libro dalla carta ai bit: le prime sono un nuovo esperimento di senso del formato giornalistico, i secondi sono, per ora, una transizione del medesimo oggetto da un supporto ad un altro.

Per molti anni si è sostenuto che il principale freno allo sviluppo di un mercato degli ebook fosse l’assenza di terminali adeguati a costi abbordabili. In questo senso molte cose sono oggi effettivamente in movimento anche se, paradossalmente, ad una diffusa riduzione dei prezzi dei lettori non ha corrisposto una grande innovazione tecnologica: l’inchiostro elettronico di Kindle e dei numerosi altri terminali, in vendita ormai anche nelle catene della grande distribuzione italiana, è lo stesso di dieci anni fa, mentre i maggiori passi avanti nella direzione della fruibilità del software sono stati fatte da Apple e da altri su terminali come iPhone ed iPad, device che certamente non nascono per la fruizione degli ebook.

L’altro grande limite mille volte citato è quello delle piattaforme distributive. Gli editori in questo hanno deciso di comportarsi esattamente come ha fatto l’industria discografica per molto tempo: sono rimasti alla finestra ad osservare spaventati, mentre altri (iTunes per la musica, Amazon per i libri) sperimentavano al loro posto. E come l’industria discografica qualche tempo fa anch’essi oggi pretendono centralità e controllo in un sistema che conoscono poco e al quale fino a ieri non hanno minimamente creduto.

Nei prossimi mesi ci attende anche in Italia la comparsa di molti store di libri elettronici: il vantaggio per i competitor di iBooks Store (il negozio di libri elettronici di Apple) e di Amazon è che per ora l’offerta in lingua italiana di entrambi è pressoché assente. Alcuni di essi come bookrepublic.it sono già partiti in questi giorni ma dopo l’estate sono previste numerose importanti novità anche per il piccolo mercato in lingua italiana. Sarà interessante capire se da un lato gli editori rifuggiranno alla tentazione di subordinare il libro elettronico alla loro antica gallina dalle uova d’oro cartacea, sia in termini di prezzi sia in termini di tempi di uscita, e se dall’altro una offerta ampia e diffusa, in termini di device e di contenuti, sarà sufficiente a scatenare l’interesse dei lettori verso i nuovi formati elettronici.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
2 ago 2010
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