Contrappunti.it/ N.Y. e l' hi-tech diverso

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di M. Mantellini. Un ragazzo seduto a terra col capo chino sul monitor del suo portatile, collegato da una parte ad una presa elettrica e dall'altra ad un telefono pubblico. Un navigatore crocifisso da due cavi troppo corti
di M. Mantellini. Un ragazzo seduto a terra col capo chino sul monitor del suo portatile, collegato da una parte ad una presa elettrica e dall'altra ad un telefono pubblico. Un navigatore crocifisso da due cavi troppo corti


da New York – Chi arrivasse oggi a New York all’inseguimento del “nuovo tecnologico” potrebbe facilmente convincersi che la “next new thing” dell’era digitale sia il vecchio caro walkman. Nessun segno o quasi di Internet mobile, nessun PDA o ebook in giro collegato alla rete. Due newyorkesi su tre camminano sui marciapiedi e viaggiano in metropolitana con gli auricolari ben piantati in testa e un bicchiere di liquido nero e bollente in mano. La tecnologia “indossabile” inizia e finisce lì.

E anche qui è possibile osservare un fenomeno che gli europei e gli italiani in particolare conoscono assai bene: quello della infatuazione per i telefoni cellulari e per il loro utilizzo 4 x 4. Si discute, nelle pagine locali dei quotidiani, della opportunità di portare la copertura cellulare anche dentro la subway, per lo meno nelle stazioni più frequentate. E ‘ chiaro che si tratta di una necessità molto sentita. Qualcuno osserva lucidamente che sommando i patiti del walkman ai compulsivi del GSM, l’isolamento dell’individuo nella massa, almeno all’interno della metropolitana, sarà così definitivamente compiuto. Con soddisfazione di tutti.

Restiamo invece in attesa di qualcosa che consenta davvero di accedere a Internet in maniera semplice e ubiquitaria. Gli sforzi dell’industria tecnologica in tal senso sembrano per ora vani. L’immagine perfetta di questo l’ho avuta avanti ieri in un aeroporto: un ragazzo seduto a terra col capo chino sul monitor del suo portatile, collegato da una parte ad una presa elettrica e dall’altra, qualche metro più in là, ad un telefono pubblico. Un navigatore della rete “crocifisso” da due cavi troppo corti che racconta meglio di qualsiasi parola come la “Internet in piedi” (per usare un neologismo di Carlà che trovo divertente e molto azzeccato) sia ancora di là da venire. Internet semmai rimane per ora scomodamente seduta a terra a raffreddarsi le chiappe sul marmo di un terminal aeroportuale.

Né certi gadget visti in giro e pubblicizzati sui giornali in questi giorni, come il nuovo blackberry email wireless dalla tastiera per dita lillipuziane, sembrano percorrere la direzione giusta, cavalcando certe esagerazioni (in questo caso la soluzione email wireless per l’uomo d’affari) che ne ricordano altre, anche italiane, come la futura Internet sui cellulari 3G.

No, i negozi sono pieni d’altro: lettori di musica digitale minuscoli ma con memorie gigantesche tipo “tutta-la-vostra-musica-nel-taschino-della-giacca” che, assieme ai file mp3 si preparano a decodificare e trattare “altra” musica, sempre scaricabile dalla rete ma protetta. Per esempio il nuovo bellissimo gadget Panasonic che supporta il sistema di protezione SD (secure digital). Nel frattempo resta più che fondato il dubbio che i lettori mp3 abbiano mantenuto assai alti i loro prezzi finali in quanto oggetti “pericolosi” e moralmente inopportuni.

Oggi, a differenza di qualche anno fa, i ragazzi neri o latini che scendono downtown da Harlem o dal Bronx sfoggiano fiammanti telefoni cellulari (in genere regalati con l’abbonamento telefonico) al posto dei vecchi pager. Sono il segno tangibile di una “divisione tecnologica” solo apparentemente ridotta e comunque da queste parti molto poco affrontata. Giusto ieri le TV locali e i quotidiani hanno dato notizia dell’arresto di un abitante di Brooklyn, Abraham Abdallah, accusato di essersi impossessato degli estremi bancari di molte star della televisione e della finanza semplicemente navigando in rete dal terminale pubblico di una biblioteca cittadina. La notizia è subito scivolata nelle pagine interne dei quotidiani più importanti perché non è ben chiaro se Abdallah sia effettivamente riuscito a impadronirsi di alcunché.

Così mentre i nuovi grattacieli nascono già cablati per la Internet ad alta velocità e le auto di lusso potranno essere equipaggiate con sistemi come ICES di Visteon che combinano tecnologie di riconoscimento vocale, accesso a Internet ed email ad altre funzioni tipo GPS o DVD, i vari Abraham delle periferie newyorkesi navigano in rete dai PC delle biblioteche, cercando di ridurre la distanza fra loro e tutto quello che si vedono scorrere intorno.

Ad una anziana vicina di casa dell’uomo arrestato a Brooklyn una giornalista di FOX TV ha chiesto: “Le risulta che Abraham Abdallah fosse un mago di Internet?”. La vecchietta sorridendo ha risposto: “Non lo so, secondo me voleva solo i loro soldi”.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
26 mar 2001
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