SCO taglia i ponti con Linux

SCO taglia i ponti con Linux

SCO Group ha annunciato di aver sospeso la vendita della propria distribuzione Linux in attesa di chiarimenti sui problemi legati alla proprietà intellettuale e avverte i clienti: Attenti! Linux è un derivato non autorizzato di Unix
SCO Group ha annunciato di aver sospeso la vendita della propria distribuzione Linux in attesa di chiarimenti sui problemi legati alla proprietà intellettuale e avverte i clienti: Attenti! Linux è un derivato non autorizzato di Unix


Lindon (USA) – Sulla scia della recente azione legale intrapresa contro IBM, negli scorsi giorni SCO Group ha inviato una lettera ad oltre un migliaio fra le più grandi aziende al mondo avvertendole che “Linux è un derivato non autorizzato di Unix” e che le responsabilità legali potrebbero estendersi anche agli utenti aziendali. In quella che sta assumendo i connotati della più imponente e minacciosa azione legale nei confronti di un software open source, SCO afferma che tutte le aziende che utilizzano Linux sono potenzialmente suscettibili di denuncia per la violazione del suo copyright su Unix.

SCO ha anche tenuto a precisare che continuerà a supportare i clienti preesistenti di SCO Linux e Caldera OpenLinux, ritenendoli “liberi da qualsiasi responsabilità relativa alla proprietà intellettuale SCO”.

Come è emerso con chiarezza anche da alcune recenti dichiarazioni dell’azienda , SCO sostiene di poter dimostrare che il kernel di Linux contiene codice e tecnologie derivate da Unix System V, un sistema operativo di cui SCO detiene le proprietà intellettuali.

“Molti di coloro che hanno contribuito allo sviluppo di Linux – si legge nella lettera firmata dal CEO di SCO, Darl McBride – originariamente erano sviluppatori Unix che avevano accesso al codice sorgente di Unix distribuito da AT&T e che erano soggetti a patti di non divulgazione, incluso l’obbligo di non rivelare i metodi e i concetti relativi al design del software. Abbiamo le prove che porzioni del codice sorgente di Unix System V sono state copiate in Linux e che altre porzioni del codice sorgente di Unix System V sono state modificate e copiate in Linux, apparentemente per mascherare la loro fonte originaria”.

“Non sorprende – si legge ancora nella missiva – che i distributori di Linux non garantiscano l’integrità legale del codice di Linux fornito ai clienti”.

Nella propria lettera il boss di SCO annuncia poi, con una mossa per certi versi prevedibile ma tuttavia non meno clamorosa, la sospensione della vendita della propria distribuzione Linux “fino a quando non saranno chiarite e risolte in maniera corretta le problematiche legate all?utilizzo di Linux”.

“Abbiamo preso questa decisione in quanto ci sono questioni relative alla violazione della proprietà intellettuale di Unix ancora da risolvere”, ha dichiarato Chris Sontag, senior vice president e general manager di SCOsource di SCO. “Dal momento in cui abbiamo scoperto che il codice Unix di SCO è stato copiato illegalmente nel sistema operativo Linux, ci siamo sentiti obbligati ad avvertire gli utenti della loro potenziale responsabilità nell?utilizzo di Linux nelle attività aziendali. La gravità della situazione ci ha spinti a sospendere la vendita e la distribuzione di SCO Linux finché la questione non sarà stata chiarita”.

Proprio di recente SCO aveva annunciato una nuova versione del proprio Linux con supporto alla piattaforma Itanium.

Ecco tutti gli altri dettagli sulle strategie di SCO e sulle reazioni della comunità open source.


Il fatto che SCO, dopo la causa intentata contro IBM, avesse deciso di continuare a commercializzare la propria versione di Linux aveva sollevato non poche polemiche all’interno della comunità del Pinguino, questo soprattutto a causa del fatto che l’azione lagale dell’azienda è stata da più parti interpretata come un attacco frontale all’intera comunità e all’intero mercato legati a Linux.

“Sospetto che la lettera di SCO trovi giustificazione nel fatto che i loro legali si sono finalmente accorti che anche la loro azienda vende da tempo Linux e che, di conseguenza, loro stessi sono vincolati dalla licenza sotto cui lo vendono”, ha commentato in un’intervista Linus Torvalds, il celebre papà del Pinguino.

Altri, come il guru dell’open source Bruce Perens, ribadiscono che il putiferio sollevato da SCO è solo un tentativo di intimorire le aziende e creare un clima di dubbio e incertezza (FUD) attorno a Linux.

Se da un lato SCO sembra dunque voler tagliare i ponti con Linux – anche se, a quanto pare, solo in misura temporanea – dall’altro ha espresso la volontà di focalizzare ulteriormente il proprio business su Unix e, in particolare, sulla strategia SCOx per i web service, introdotta lo scorso aprile. La società prevede inoltre l?introduzione di nuove applicazioni web service da parte di sviluppatori di terze parti per il prossimo agosto, in occasione di SCO Forum.

?Confermiamo il nostro impegno nei confronti dei clienti e pertanto intendiamo portare avanti la nostra strategia basata su SCOx, il framework per i web service indirizzato a piccole e medie imprese e siti replicati?, ha affermato McBride.

Che le strategie di SCO fossero quasi interamente focalizzate su Unix non è certo una novità: dopo l’acquisizione di Santa Cruz Operations (SCO), e il cambio di nome in SCO Group, l’ex Caldera non fece mistero della volontà di voler far leva sul gonfio portafoglio di brevetti e proprietà intellettuali della neo acquisita, guardando a Linux solo come a un business del tutto secondario.

La sospensione della attività riguardanti Linux, e le velate minacce legali a tutte le aziende che distribuiscono o utilizzano questo sistema operativo, lascia immaginare che i rapporti fra SCO e il consorzio UnitedLinux, già particolarmente tesi, siano ormai appesi ad un filo: un filo che, secondo alcune fonti, sarebbe ormai prossimo alla rottura.

Sul proprio sito SCO ha pubblicato un’ analisi del Gartner relativa alla causa legale in corso e alle possibili conseguenze per le aziende che usano Linux.

In un comunicato separato, la società ha annunciato i risultati finanziari per il trimestre fiscale conclusosi il 30 aprile 2003, durante il quale ha registrato un fatturato pari a 21 milioni di dollari e utili netti per 4 milioni di dollari.

Di seguito si riporta integralmente una FAQ distribuita da SCO in cui l’azienda spiega le motivazioni che l’hanno portata a sospendere le proprie attività Linux.


D: Perché SCO ha deciso di sospendere le attività Linux?
R: SCO è proprietaria del sistema operativo UNIX ed è nostra convinzione che Linux abbia violato la proprietà intellettuale di UNIX. SCO ha individuato alcune questioni di proprietà intellettuale non risolte relative al sistema operativo Linux. Di conseguenza, ha deciso di sospendere le proprie attività legate a Linux fino a quando non saranno chiarite e risolte in maniera corretta le problematiche legate alla proprietà intellettuale di Linux.

D: Cosa consiglia SCO agli utenti aziendali di Linux
R: Invitiamo i clienti a richiedere una consulenza legale e a porre la massima attenzione alle iniziative legate a Linux.

D: Quali attività Linux in particolare verranno sospese?
R: SCO sospenderà completamente la vendita di prodotti Linux a nuovi clienti. SCO rispetterà gli obblighi contrattuali con i clienti preesistenti, compresi aggiornamenti, servizi e supporto.

D: Quali saranno le conseguenze rispetto al coinvolgimento di SCO in UnitedLinux?
R: SCO è membro fondatore del consorzio UnitedLinux. Le vendite di SCO Linux Server 4.0, Powered by UnitedLinux verranno sospese in seguito al presente annuncio. SCO continuerà a rispettare i propri obblighi nei confronti del consorzio UnitedLinux.

D: SCO continuerà a supportare i prodotti SCO Linux acquistati dai clienti?
R: Sì, SCO si impegna a continuare a fornire supporto ai clienti, nel rispetto degli obblighi contrattuali preesistenti.

D: SCO prevede di revocare la sospensione delle attività Linux?
R: Questo dipende dalla risoluzione delle problematiche legate alla proprietà intellettuale di Linux.

D: Molti dei clienti SCO che hanno acquistato prodotti Linux hanno contratti che prevedono la fornitura di questi prodotti a intervalli regolari di tempo. SCO rispetterà questi contratti e fornirà ai clienti i relativi prodotti e aggiornamenti?
R: Sì. SCO sospenderà la vendita di prodotti Linux a nuovi clienti, ma continuerà a rispettare gli obblighi contrattuali preesistenti.

D: SCO riterrà liberi dalla responsabilità relativa alla violazione della proprietà intellettuale i propri clienti che hanno implementato prodotti Linux?
R: SCO continuerà a supportare i clienti SCO Linux e Caldera OpenLinux che hanno implementato questi prodotti e li riterrà liberi da qualsiasi responsabilità relativa alla proprietà intellettuale di SCO.

D: Per rettificare le presunte violazioni, perché SCO non concede il codice alla comunità open source?
R: SCO ha investito milioni di dollari nello sviluppo della proprietà intellettuale di UNIX. SCO intende proteggere il valore della proprietà intellettuale per se stessa e per le altre aziende. Le aziende produttrici di software hanno investito miliardi di dollari nella proprietà intellettuale e dovrebbero fare in modo che questa non venga utilizzata in modo non autorizzato da altri.

D: Red Hat, SuSE, Turbolinux, Conectiva, Debian, Mandrake e le altre distribuzioni Linux contengono codice SCO UNIX?
R: Abbiamo scoperto la presenza di codice proprietario SCO in Linux. Al momento, non intendiamo rilasciare commenti sulle specifiche distribuzioni.

D: Che cos?è SVR6?
R: SVR6 è il nome in codice della piattaforma operativa di prossima generazione ideata per sfruttare i vantaggi dei web service e che è alla base della nostra strategia SCOx. In qualità di proprietaria del sistema operativo UNIX, è fondamentale per SCO far progredire il kernel UNIX per architetture a 32 e a 64 bit. Ciò sarà possibile grazie al supporto dei principali partner che daranno il loro contributo a questa piattaforma di prossima generazione. SVR6 sarà ufficialmente annunciato in occasione del prossimo SCO Forum, che si terrà a Las Vegas, dal 17 al 19 agosto, presso l?MGM Grand Hotel.

D: Quale sarà l?impatto sui distributori e rivenditori SCO?
R: SCO non prevede nessun cambiamento nell?attuale strategia per il canale.

D: In che modo SCO intende ottenere il supporto della comunità di ISV e IHV a sostegno di UNIX?
R: SCO vanta oltre vent?anni di collaborazione con la comunità di ISV e IHV. Attualmente, ammontano ad oltre 3500 le applicazioni che sono state sviluppate per i sistemi SCO UNIX. Inoltre, con il lancio di SCOx, SCO consentirà ai propri partner di trarre vantaggio dalle più recenti tecnologie Web per rispondere alle esigenze dei clienti. Continueremo a offrire programmi per sviluppatori, tool, migration portal, formazione e supporto per la comunità di ISV e IHV, che continuerà a supportare e certificare i propri hardware e software sui nostri sistemi operativi UNIX e su SCOx. Con i progressi di SVR6, siamo certi del potenziale di new business che offriremo a questi nostri partner strategici.

D: Cosa dovrebbero dire i rivenditori ai propri utenti di sistemi SCO Linux?
R: I rivenditori dovrebbero rassicurare i propri clienti sul fatto che SCO continuerà a supportare le implementazioni SCO Linux e UNIX preesistenti. Inoltre, grazie all?iniziativa SCOx, i rivenditori SCO saranno in grado di estendere le soluzioni dei propri clienti ai web service.

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Pubblicato il 16 mag 2003
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