India, BlackBerry RIMarrà altri 60 giorni

India, BlackBerry RIMarrà altri 60 giorni

L'azienda canadese sembra aver ceduto alle richieste dotanto le autorità di soluzioni tecniche per monitorare i suoi servizi. Nuova Dheli si riserva due mesi per valutarne l'efficacia
L'azienda canadese sembra aver ceduto alle richieste dotanto le autorità di soluzioni tecniche per monitorare i suoi servizi. Nuova Dheli si riserva due mesi per valutarne l'efficacia

L’India dà altri 60 giorni di tempo a RIM prima di decidere se i suoi dispositivi possono continuare a vendere liberamente sul suo mercato .

Le autorità locali avevano infatti chiesto (pena il bando dei suoi prodotti ) all’azienda canadese la possibilità di intercettare le comunicazioni che passano attraverso Blackberry : il riferimento è in particolare alla messaggistica, alle email e alla navigazione sul Web che hanno una cifratura particolare che passa attraverso server dedicati situati in Canada.

La situazione sembra ora essersi sbloccata con l’ impegno assunto dall’azienda canadese a mettere a disposizione delle agenzie di sicurezza locali “alcune soluzioni tecniche” per monitorare il servizio di email criptate dei dispositivi RIM. Fino a poco tempo fa aveva invece dichiarato di non poter neanche lei decifrare i contenuti che passano sui suoi canali: nel frattempo dovrebbe aver quindi sviluppato un sistema ad hoc per rispondere alle esigenze indiane.

Nessun altro dettaglio, tuttavia, è stato divulgato dalle autorità su queste “soluzioni” non meglio specificate, a parte che saranno immediatamente adottate dal Governo che si concederà 60 giorni per decidere definitivamente circa la presenza o meno di RIM sul mercato indiano.

E per un gigante ICT che ha ceduto alle richieste, altri due sono

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finiti nel mirino di Nuova Delhi: la stessa minaccia è stata fatta ora a Google e Skype. Alla prima è stato chiesto l’accesso agli account Gmail, già interessati in passato dalle richieste subcontinentali, e al nuovo servizio di telefonia offerto, alla seconda al VoIP. Per entrambi la richiesta sembrerebbe essere quella di utilizzare server indiani, in modo tale da permettere alle autorità un accesso più facilitato alle informazioni che passano da essi. A tale richiesta ha già provveduto Nokia, che sta appunto programmando di costruire alcuni server in India per ospitare i suoi servizi email.

RIM, invece, ha già ceduto alle richieste delle autorità in Arabia Saudita: a preoccupare le autorità del posto come quelle indiane la possibilità che il sistema di cifratura di Blackberry possa essere utilizzato dai terroristi. Negli Emirati Arabi Uniti, invece, vi è ancora l’intenzione di bloccare dall’11 ottobre i servizi email, navigazione Web e messaggistica dei dispositivi RIM.

La stessa cosa, invece, RIM non può permettersi che accada in India, il cui mercato degli smartphone è in continua crescita: solo quest’anno sarebbero 600mila i Blackberry venduti e secondo le stime si punta per il prossimo anno ai 12 milioni e entro il 2015 ad una domanda da 40 milioni di dispositivi.

D’altra parte, RIM dovrà considerare le conseguenze che la scelta di ottemperare alle richieste delle autorità indiane potrebbe avere in altri paesi: non solo circa le responsabilità nei confronti del materiale a cui si è dato accesso (come nel caso che vede sul banco degli imputati Nokia Siemens Networks per i mezzi messi a disposizione del governo iraniano), ma anche nei confronti della sua immagine. La possibilità di garantire un sistema di comunicazione sicuro era finora uno dei punti di forza del Blackberry, preferito, anche in India, dai clienti aziendali.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 31 ago 2010
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