USA, il carrier filtra gli SMS

USA, il carrier filtra gli SMS

Estromessa dai network di T-Mobile USA, una società specializzata nel marketing mobile si rivolgerà ad un tribunale. Al provider wireless non è piaciuto un particolare servizio sugli usi terapeutici della marijuana
Estromessa dai network di T-Mobile USA, una società specializzata nel marketing mobile si rivolgerà ad un tribunale. Al provider wireless non è piaciuto un particolare servizio sugli usi terapeutici della marijuana

Una domanda. Può un comune carrier wireless decidere in maniera del tutto arbitraria di estromettere dal suo network una società specializzata nel marketing mobile ed in particolare nei servizi di messaggistica cellulare? Può bloccare un business del tutto legale per il contenuto di alcune tipologie di SMS ?

Risposta numero uno: assolutamente no. Un provider wireless come T-Mobile USA non può ordinare il blocco di un servizio come quello fornito da EZ Texting , azienda statunitense che permette ai suoi clienti di inviare in massa specifici SMS dai contenuti più svariati. Non può così uccidere l’intero business di una società solo per una piccola parte delle sue attività.

Risposta numero due. Un carrier wireless come T-Mobile USA può estromettere un servizio dal proprio network qualora questo stesso servizio risulti illecito. Illecito come quello offerto da EZ Texting , che tra i suoi clienti ha annoverato un sito web impegnato nella diffusione di informazioni circa l’utilizzo della marijuana per scopi clinici .

Una violazione del Primo Emendamento, almeno secondo i vertici di EZ Texting , che hanno così deciso di trascinare T-Mobile USA in tribunale. Mentre lo stesso carrier ha sottolineato come la distribuzione di informazioni sull’uso terapeutico della ganja sia considerato illecito in alcuni stati come quello di New York , sede della stessa T-Mobile USA .

EZ Texting aveva anche interrotto qualsiasi rapporto con il sito legalmarijuanadispensary.com , temendo che questo portasse a rapporti poco pacifici con T-Mobile USA . Ma il blocco era rimasto in piedi , costringendo di fatto la società a citare il provider per ottenere un’ingiunzione contro l’estromissione.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
21 set 2010
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