P2P, l'urlo degli intermediari

P2P, l'urlo degli intermediari

Lettera aperta all'industria dell'entertainment, firmata da Google e altri quattro servizi web operanti in Russia. I signori del copyright dovrebbero smetterla di reputare i provider responsabili di quanto caricato dagli utenti
Lettera aperta all'industria dell'entertainment, firmata da Google e altri quattro servizi web operanti in Russia. I signori del copyright dovrebbero smetterla di reputare i provider responsabili di quanto caricato dagli utenti

Una lettera aperta , all’attenzione dei signori dell’ entertainment . L’industria dovrebbe smetterla, capire una volta per tutte che i vari provider del web non sono affatto responsabili di quanto caricato dai propri utenti . Questo l’epicentro della vibrante missiva, firmata da cinque protagonisti della Rete in Russia. Google – anche noto per essere il maggiore search engine al mondo – il servizio di posta elettronica Mail.ru , il social network Vkontakte e i due motori di ricerca locali Yandex e Rambler.

Al centro delle critiche , l’atteggiamento finora mostrato dai detentori dei diritti, convinti di poter attribuire una qualche forma di responsabilità ai vari provider online. Non meri intermediari, bensì capaci di sfruttare personale e mezzi tecnici per il rastrellamento dei cattivoni del P2P. Una visione contestata dalle cinque aziende firmatarie della lettera, che hanno sottolineato come l’industria debba interagire in maniera diretta con quegli utenti colti in flagrante .

Utenti come quelli dello stesso social network russo Vkontakte, finito nel mirino dei legali di Gala Records . L’etichetta aveva già chiesto ai responsabili del sito il pagamento di una sanzione pecuniaria in merito al caricamento di alcuni brani da parte dei suoi iscritti. Vkontakte ha ora contestato una simile azione legale, dichiarandosi innocente rispetto alle attività compiute online dai suoi utenti.

Milioni di utenti – come è stato sottolineato nella missiva – non certo sorvegliabili costantemente dai vari servizi del web in Russia. Secondo i firmatari, l’industria potrebbe tranquillamente giungere ad un compromesso: sfruttare il ruolo da intermediario di Google (o di Mail.ru ) per la rimozione dei contenuti illeciti e il conseguente invio di uno specifico avviso agli utenti . Il tutto senza perseguire le aziende, soltanto i condivisori.

C’è poi un vuoto normativo evidenziato dalla lettera aperta all’industria dell’ entertainment . Ovvero quel vuoto che non permetterebbe al legislatore russo di stabilire in maniera esplicita i limiti di responsabilità da parte dei provider . Limiti che sarebbero invece ben illustrati dalle leggi d’Europa e degli Stati Uniti. I cinque firmatari hanno quindi chiesto che in terra russa si giunga al più presto ad una regolamentazione che scagioni i protagonisti del web dalle accuse dei signori dello spettacolo (e del copyright).

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
21 ott 2010
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