In carcere per pedoporno apparente

In carcere per pedoporno apparente

Un cittadino milanese è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per detenzione di 7mila immagini pedopornografiche virtuali. Si tratta della prima condanna in base alla legge numero 38 del 2006
Un cittadino milanese è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per detenzione di 7mila immagini pedopornografiche virtuali. Si tratta della prima condanna in base alla legge numero 38 del 2006

Due anni e due mesi di reclusione . È quanto dovrà scontare un cittadino meneghino di 47 anni, condannato dalla nona sezione penale del Tribunale di Milano per detenzione di immagini pedopornografiche virtuali. Una sentenza che ha di fatto creato un precedente: si tratta della prima condanna di questo tipo in Italia, dopo l’introduzione della legge 38 dell’anno 2006 “in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet”.

La sentenza del giudice milanese è giunta alcuni mesi dopo un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giancarla Serafini, che aveva ordinato un’attenta analisi di un computer in precedenza sequestrato durante una perquisizione da parte della polizia. L’uomo aveva scaricato e poi cancellato più di 1600 file a sfondo pedopornografico (reale), ma anche 7mila immagini e 36 video relativi a situazioni di abusi riprodotte basandosi su immagini di minori.

Il giudice ha quindi applicato l’articolo 600-quater della legge punendo con la reclusione “anche quando il materiale pornografico rappresenta immagini virtuali realizzate utilizzando immagini di minori o parti di esse”. La pena prevista in questi casi è però ridotta di un terzo . “Per immagini virtuali si intendono immagini realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate in tutto o in parte a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali”.

Quella delle immagini pedopornografiche virtuali è una questione che da tempo impensierisce le varie autorità nazionali. In paesi come il Canada e la Svezia sono state bandite per legge, considerate esplicite come immagini reali . Un cittadino australiano era stato arrestato perché detentore di materiale pedopornografico relativo a cartoni animati come i Simpsons e le Superchicche. Personaggi come Bart e Lisa erano evidentemente considerabili come minori.

In altri paesi come il Regno Unito e il Giappone si è invece aperto il dibattito. Il Ministro della Giustizia britannico aveva presentato una proposta di legge per punire con tre anni di reclusione la detenzioni di disegni e fumetti rappresentanti abusi sui minori. La legge italiana non prevede comunque l’inclusione nel reato di manga e anime a sfondo erotico : le immagini rappresentate non appaiono veritiere.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 25 nov 2010
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