Comcast, prove di pedaggio sui contenuti

Comcast, prove di pedaggio sui contenuti

Il più discusso provider nordamericano torna alla carica contro la neutralità della rete, pretendendo il pagamento di una quota aggiuntiva da parte dei network di distribuzione dei contenuti video
Il più discusso provider nordamericano torna alla carica contro la neutralità della rete, pretendendo il pagamento di una quota aggiuntiva da parte dei network di distribuzione dei contenuti video

A Comcast la net neutrality non sta particolarmente a cuore, e questo è un dato di fatto . Ma ora il più grande provider (di rete e di televisione via cavo) statunitense pare intenzionato ad andare oltre alle pratiche di filtraggio del traffico del P2P su BitTorrent o altro genere di protocolli telematici, pretendendo il pagamento di “tasse” aggiuntive da quei fornitori di rete che possano rappresentare una potenziale, fastidiosa concorrenza ai suoi business presenti e soprattutto futuri.

Il motivo del contendere è la distribuzione di contenuti video e in particolare il popolare servizio di streaming multimediale offerto da Netflix : in un comunicato ufficiale, il network di distribuzione di contenuti (CDN) Level 3 sostiene di essere stato avvicinato da Comcast poco tempo dopo aver siglato un accordo di distribuzione esclusiva con Netflix, con la richiesta esplicita da parte dell’ISP di pagare una vera e propria “tassa” aggiuntiva per poter veicolare i contenuti su network Comcast fino agli utenti finali.

Level 3 ha deciso di pagare per evitare problemi all’utenza finale e a Netflix, nondimeno ha reso pubblico il comportamento di Comcast per mettere in guardia tutti – pubblico, commentatori e istituzioni di controllo – sulle potenziali devastazioni generate da una rete di accesso a Internet in cui certi dati sono più uguali degli altri secondo le esigenze di chi quella rete la controlla .

Il nuovo caso Comcast acquista maggiore rilevanza alla luce del fatto che il provider è attualmente nelle fasi finali della trattativa per l’acquisto dell’emittente NBC Universal, e ha quindi tutto l’interesse affinché i potenziali concorrenti come Netflix non pongano una potenziale minaccia al business della TV via cavo gestito dal provider.

Invece di limitarsi a filtrare il traffico per gli utenti finali, il rinnovato approccio Comcast passa ora per il controllo e la tassazione preventivi di chi fornisce i contenuti da filtrare . Un approccio che si estende anche ai produttori di hardware come denunciato da Zoom Technologies , e che necessiterà della dovuta attenzione da parte della Federal Communications Commission e dell’intero Congresso statunitense.

Particolarmente duro il commento di Public Knowledge , che denuncia come la richiesta di soprattassa di Comcast rappresenti proprio quel genere di comportamento estorsivo che “una disciplina sulla Net Neutrality deve proibire”. “In aggiunta – continua <em<Public Knowledge – questo è esattamente quel tipo di danno anticompetitivo che gli oppositori della fusione tra Comcast e NBC-Universal hanno denunciato sarebbe accaduto – che Comcast avrebbe sfruttato il suo network per danneggiare la distribuzione di servizi video concorrenti, facendo nel contempo salire i prezzi per i suoi stessi clienti”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
30 nov 2010
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