LimeWire, legalità sfumata

LimeWire, legalità sfumata

Annunciata la chiusura dello store online in stile iTunes, che avrebbe dovuto gettare le basi per un servizio completamente legale. Troppo pesante la mano del giudice sul client P2P. La forza lavoro era stata ridotta di un terzo
Annunciata la chiusura dello store online in stile iTunes, che avrebbe dovuto gettare le basi per un servizio completamente legale. Troppo pesante la mano del giudice sul client P2P. La forza lavoro era stata ridotta di un terzo

Il martello della legge era riecheggiato ineluttabile: LimeWire LCC , la società produttrice di uno dei client P2P più usati in Rete, era stata costretta a chiudere immediatamente ogni sua attività online. Fine dei download per LimeWire, che tanta preoccupazione aveva scatenato tra i signori del copyright rappresentati dalla Recording Industry Association of America (RIAA).

Eppure LimeWire era sul procinto di redimersi , di trasformare la sua piattaforma in un ecosistema di distribuzione musicale del tutto legale. Un servizio in chiaro stile iTunes, che avrebbe garantito agli utenti la possibilità di scaricare singoli brani o sottoscrivere un abbonamento mensile del tipo all-you-can-listen . Un progetto ambizioso, che ora sembra sfumato nel nulla .

Lo store online di LimeWire verrà infatti chiuso alla fine di quest’anno , come annunciato da un avviso apparso sulla homepage del suo sito ufficiale. La società LimeWire LCC non accetterà più pagamenti da parte dei suoi utenti né investimenti da parte di eventuali finanziatori. Stando alle indiscrezioni, qualsiasi piano per un eventuale lancio legale della piattaforma è stato scartato e gettato nel cestino dei rifiuti.

Probabilmente si tratta di una decisione obbligata, in seguito alla sconfitta legale del client P2P contro gli interessi dell’industria. Stando ad altre fonti, il totale della forza lavoro orbitante intorno a LimeWire era stato ridotto del 30 per cento proprio in seguito alla decisione del giudice di New York. Qualsiasi eventuale accordo con le major sembra ora andato in un fumo di verdoni da pagare.

Dal client LimeWire al popolare tracker BitTorrent Demonoid. Che ha annunciato agli utenti il trasferimento del suo dominio web, dal .com al .me (Montenegro). Il motivo è apparso chiaro: sfuggire alle grinfie dell’ Operation in Our Sites , voluta dalle autorità a stelle e strisce per procedere con l’embargo dei siti pirata . Demonoid spera così di essere al limite tagliato fuori dalla rete solo negli Stati Uniti, in qualità di sito operante all’estero.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 3 dic 2010
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