GdF: il P2P non c'entra
A PI le Fiamme Gialle spiegano: l'operazione di questi giorni non ha nulla a che vedere con il peer-to-peer. Una smentita che pone fine alla quantità di polemiche e preoccupazioni scatenate dalle prime notizie - UPDATE ORE 13

Ieri Punto Informatico, dopo il ponte del 2 giugno, ha avuto l'occasione di approfondire la questione con la Guardia di Finanza. E il Capitano Mario Piccinni, del Nucleo operativo provinciale di Milano delle Fiamme Gialle, ha spiegato a PI che l'operazione di questi giorni, emersa su Repubblica.it, non ha assolutamente nulla a che spartire con il peer-to-peer o con le attività degli utenti che sfruttano questi sistemi di condivisione dei file.
Piccinni ha spiegato che l'intera operazione, della quale nelle prossime ore verranno resi pubblici tutti i dettagli, ha riguardato l'individuazione di un network di produzione e vendita di materiali illegali, in particolare software professionale.
Se da un lato è dunque difficile comprendere la genesi di una notizia che parlava di una operazione contro il P2P senza precedenti in Italia, dall'altro siamo invece di fronte ad una sonora smentita di quelle clamorose rivelazioni, annunci che hanno messo in allarme molti utenti internet e persino parlamentari, per le implicazioni che un'operazione del genere avrebbe avuto se fosse effettivamente avvenuta.
Nota: Sulla dibattuta questione dello status giuridico di chi utilizza i software peer-to-peer e le preoccupazioni che ha suscitato in moltissimi, si veda la lettera Il P2P e la legge italiana pubblicata su PI di oggi nonché il dibattito che si è svolto su it.diritto.internet.
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