California: online non puoi essere che te stesso

California: online non puoi essere che te stesso

Entra in vigore la legge che punisce chi in rete si vesta di mentite spoglie. Restano le perplessità riguardo possibili limitazioni alla libertà di satira
Entra in vigore la legge che punisce chi in rete si vesta di mentite spoglie. Restano le perplessità riguardo possibili limitazioni alla libertà di satira

Dopo l’approvazione , come da calendario è entrato in vigore in California il Senate Bill 1411 , la legge che punisce l’appropriazione illecita dell’identità altrui a mezzo Internet .

Il provvedimento, proposto dal senatore democratico Joe Simitian e firmato dal governatore californiano Schwarzenegger, mira in particolare ad arginare il fenomeno del cyberbullismo: sarà dunque punita l’ e-personation , vale a dire l’impersonificazione compiuta attraverso la Rete per compiere pratiche illegali quali frode, molestie, intimidazione e diffamazione attraverso l’utilizzo di un’identità altra dalla propria. In questo modo coloro che sotto nome altrui creeranno blog o profili all’interno di social network rischiano fino a un anno di carcere e multe di mille dollari nello stato della California.

La questione più rilevante sollevata dall’entrata in vigore della legge riguarda la libertà di satira. Ci si chiede quanto esplicita debba essere una manifestazione satirica affinché si riesca a evitare il rischio di indurre un’interpretazione “credibile” (e quindi illecita secondo la legge). I sostenitori affermano che il provvedimento mira a colpire i molestatori che circolano sul Web, mentre le voci critiche come quella di Electronic Frontier Foundation esprimono preoccupazione circa la possibilità che l’uso di un linguaggio vago possa essere usato contro la crescente diffusione di gruppi satirici come The Yes Man , formazione satirica i cui membri si travestono, clonano siti e stampano giornali fasulli a scopo di denuncia sociale e controinformazione. L’obiettivo del duo satirico di The Yes Man è evidentemente quello di danneggiare la reputazione dei personaggi che prendono di mira attraverso la derisione.

C’è chi sostiene che il Senate Bill 1411 risolva più di qualche problema, ma, allo stesso tempo, nessuno accetta di sottoporsi al suo giudizio.

Erica Johnstone, avvocato di stanza a San Francisco, si è occupata di numerosi casi riguardanti il furto di identità online e afferma : “quasi tutti i cyber-molestatori rimangono impuniti, con conseguenze gravi per le vittime quali la perdita della reputazione, senso di vergogna, mortificazione, dolore, perdita di opportunità professionali e stress emozionale”. Il numero di casi che trattano di identità fraudolente in Rete sembra essere in continuo aumento e, come spiega Johnstone, la maggior parte delle vittime sono donne.

Tuttavia, sono in molti a considerare legittime le preoccupazioni riguardo possibili limitazioni alla libertà di parola e di satira. Ma, come notano alcuni, a protezione di tali libertà fondamentali rimane sempre e comunque il primo emendamento della Costituzione statunitense.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
5 gen 2011
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