Il ritorno dello spam

Il ritorno dello spam

Dopo la tregua delle vacanze natalizie le caselle di posta tornano a riempirsi di messaggi indesiderati. La maggior parte della spazzatura arriva sempre dagli Stati Uniti
Dopo la tregua delle vacanze natalizie le caselle di posta tornano a riempirsi di messaggi indesiderati. La maggior parte della spazzatura arriva sempre dagli Stati Uniti

Durante le scorse feste era stato rilevato un vero e proprio crollo delle fastidiose email di spam e phishing che infestano abitualmente le caselle di posta, ma con la riapertura degli uffici è ripartito anche l’inarrestabile flusso. Secondo il rapporto stilato da Symantec , la posta indesiderata era calata del 50 per cento. Purtroppo, la tregua è durata poco.

Le famigerate botnet specializzate in “spamvertising”, come quelle di Rustock e Xarvester, sono uscite dal letargo addirittura rinvigorite. Il loro ritorno sulla scena, avvenuto il 10 gennaio, ha immediatamente raddoppiato (98 per cento di aumento) i volumi di spam circolante a livello mondiale. In appena 24 ore la situazione è tornata alla sua sconfortante normalità.

Gli ultimi report sulla situazione globale non dicono nulla di buono. Per lo studio MessageLabs , 9 su 10 di tutte le email che girano nel web si possono tradurre in posta indesiderata. Il 18,8 per cento dei messaggi spazzatura arriva dagli Stati Uniti ma in questa infamante classifica ci sono quasi tutti i paesi. l’India è seconda con il 6,88 per cento e il Brasile terzo, con il 5,04. L’Italia è appena risalita dal decimo al settimo posto con un preoccupante 3,17 per cento.

Secondo gli esperti di sicurezza l’armistizio natalizio di questo 2010 resta comunque molto strano. Negli anni passati non c’era stata una flessione stagionale altrettanto marcata, quindi deve essere accaduto qualcosa di nuovo e poco chiaro ai terminali dei vari Botmaster sputa-spam .

Roberto Pulito

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Pubblicato il
14 gen 2011
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