Tunisia, la speranza di un blogger al governo

Tunisia, la speranza di un blogger al governo

Secondo la stampa, il blogger ed ex prigioniero politico Slim Amamou sarebbe stato nominato sottosegretario nel governo di transizione. Basteranno le idee per cambiare il paese?
Secondo la stampa, il blogger ed ex prigioniero politico Slim Amamou sarebbe stato nominato sottosegretario nel governo di transizione. Basteranno le idee per cambiare il paese?

Venti di apertura alla Rete sembrano soffiare in Tunisia. Secondo i resoconti giornalistici, Slim Amamou , blogger arrestato dal governo dell’ex primo ministro Ben Ali, è tornato in libertà ed è stato nominato sottosegretario al Ministero per la gioventù e lo sport .

Sembra infatti che il nuovo governo di unità nazionale, guidato dal premier Muhammad Ghannouchi, si sia impegnato a liberare tutti i prigionieri politici e conti al proprio interno anche alcuni partiti di opposizione. L’ascesa del mondo dei blogger al vertice del governo, nella persona del trentenne Amamou, rappresenta di certo una delle novità più interessanti.

La Tunisia , infatti, è sempre stata annoverata tra i paesi più repressivi al mondo per quanto concerne la libertà di parola in Rete. Il controllo degli internet café, il filtraggio dei contenuti web e la forte sorveglianza operata dalle forze di polizia erano pratiche familiari al governo di Ben Ali.

Dal profilo Twitter del blogger ora membro del governo emerge che le maggiori battaglie intellettuali da lui condotte sono rivolte al contrasto della censura e dei diritti sulla proprietà intellettuale. Tuttavia, nonostante l’uscita dal carcere e la parteciapazione all’esecutivo di transizione, ci sono forti dubbi sul fatto che Slim Amamou abbia una possibilità reale di incidere sulle scelte politiche del governo.

Amamou, membro del Pirate Party, è stato arrestato durante i violenti scontri che hanno caratterizzato il paese nordafricano negli utlimi giorni. Come successo anche in Iran , Internet ha giocato un ruolo fondamentale nel diffondere in tutto il mondo informazioni e immagini delle proteste.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
19 gen 2011
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