Pirateria e P2P, offensiva BSA

Pirateria e P2P, offensiva BSA

L'alleanza dei produttori si concentra sulla regione Asia-Pacifico dove spera di individuare migliaia di siti che diffondono illegalmente software. Senza escludere la possibilità di colpire gli utenti dei software di peering
L'alleanza dei produttori si concentra sulla regione Asia-Pacifico dove spera di individuare migliaia di siti che diffondono illegalmente software. Senza escludere la possibilità di colpire gli utenti dei software di peering


Roma – Il livello di pirateria sul software nell’area Asia-Pacifico rimane la preoccupazione numero uno per i grandi produttori del settore riuniti nella Business Software Alliance (BSA) che ha confermato che proprio in quella regione ora intende focalizzare la propria azione.

Sfruttando le tecnologie di crawling messe a punto per suo conto da aziende come BayTSP , che già fornisce agenti software di ricerca di materiali illegali all’industria del disco e del cinema, BSA intende portare all’attenzione delle autorità dei paesi dell’area quelle migliaia di siti che distribuiscono illegalmente software.

Spesso si tratta di siti che distribuiscono software craccato o crack per utilizzare abusivamente programmi proprietari ma in molti casi, secondo BSA, si tratta di spazi web dedicati alla commercializzazione illegale di programmi.

L’operazione si è intensificata in questi giorni e sono già molti i provider che hanno disabilitato l’accesso ai siti individuati via via dalla BSA. Generalmente, l’Alliance invia ai fornitori di hosting una lettera di diffida in cui spiega cosa ha individuato su quei siti e avverte i provider che, in assenza di una loro azione, potrebbero essere ritenuti corresponsabili dello smercio illegale di software.

Jeffrey Hardee, che ricopre il ruolo di direttore delle attività BSA nella regione, ha spiegato poi che oltre a questo genere di pirateria un problema tutt’altro che secondario è rappresentato per i produttori dai software di peering. “Il peer-to-peer – ha affermato – è uno dei maggiori problemi che abbiamo nell’Asia-Pacifico”.

BSA ha da un lato escluso di aver ispirato operazioni come il recente arresto di tre giovani gestori di server di scambio di file in Australia ma ha dall’altro insistito che è sua intenzione contribuire a fermare il fenomeno della condivisione illegale di software “laddove i Governi decidano di far valere la legge”.

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Pubblicato il 6 giu 2003
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