SCO sconfessa Novell: Unix è nostro

SCO sconfessa Novell: Unix è nostro

SCO pesca dal dimenticatoio un documento che potrebbe mettere a tacere le rivendicazioni di Novell circa i copyright su Unix. E si muove anche sul fronte Linux, mostrando parti del codice che brandisce contro tutto e tutti. Ecco i dettagli
SCO pesca dal dimenticatoio un documento che potrebbe mettere a tacere le rivendicazioni di Novell circa i copyright su Unix. E si muove anche sul fronte Linux, mostrando parti del codice che brandisce contro tutto e tutti. Ecco i dettagli


Roma – Ribadire le proprie posizioni e sconfessare Novell, brandendo documenti e codici per difendere quelli che ritiene siano propri diritti inalienabili. Così si sta muovendo SCO Group per condire quella che si può certo definire l’ennesima puntata della tecnonovela SCO-Linux .

In questo episodio, SCO esibisce un vecchio documento che a suo dire sostiene a tutto tondo la propria rivendicazione del possesso del copyright su porzioni essenziali di Unix.

Un emendamento datato 1996 e relativo al contratto stipulato fra SCO e Novell un anno prima affermerebbe infatti che “tutti i diritti della tecnologia Unix e UnixWare, inclusi i copyright, vengono trasferiti a SCO”.

Il documento, che SCO sostiene di aver scoperto solo di recente, sembra dunque stravolgere uno dei passi più importanti del contratto originario, ossia quello che escludeva espressamente dall’accordo di acquisto “tutti i copyright e le proprietà di Unix e UnixWare”; la stessa clausola su cui il CEO di Novell, Jack L. Messman, basava le tesi espresse in una recente lettera aperta a SCO .

“A questo punto è chiaro come SCO sia il solo legittimo possessore di System V e di tutti i copyright”, ha proclamato Darl McBride, CEO di SCO.

Sebbene Novell sostenga di non essere riuscita a trovare una copia dell’emendamento sciorinato da SCO, ha ammesso che la modifica al contratto “sembra sorreggere i reclami di SCO in merito al fatto che certi copyright di Unix sono stati trasferiti a SCO nel 1996”. Novell ha tuttavia ribadito come questo documento non smentisca il fatto che è lei l’unica detentrice dei brevetti relativi alle tecnologie di Unix System V.

Dunque tutto chiaro? Niente affatto. Nella guerra di parole che si è scatenata fra SCO e Novell, e che per il momento non si è ancora tradotta in nessuna azione legale, alcuni hanno fatto notare come SCO abbia ammesso di non sapere se i copyright su Unix acquisiti da Novell siano mai stati registrati presso il Copyright Office. Se c’è chi sostiene che la mancata registrazione potrebbe rendere assai più arduo difendere tali diritti in tribunale, il senior vice president di SCOsource, Chris Sontag, afferma invece che questo atto ha poca importanza ai fini legali e che, se necessario, i copyright potranno essere registrati in futuro.

Nella causa legale intentata contro IBM, SCO ha accusato la propria rivale di violazioni di contratto e concorrenza sleale, lasciando dunque da parte, almeno per il momento, ogni reclamo su copyright e brevetti. L’azienda si è tuttavia riservata, nel futuro, di estendere il merito del contendere e, se necessario, di trascinare in tribunale anche Novell.

Da parte sua, il boss di Novell ha ribadito quanto scritto nella lettera pubblicata lo scorso 28 maggio, definendo le azioni legali di SCO “un attacco diretto contro la comunità Linux”.

Intanto sulle linee di codice “incriminate” arrivano i commenti di una importante società di analisi e sulla vicenda SCO-IBM quelli dei uno dei dirigenti di Oracle. Ecco di seguito i dettagli.


Dietro le pressioni di Novell e della comunità Linux, la scorsa settimana SCO ha promesso di svelare alcune delle porzioni del codice di Linux che, a suo dire, sono state copiate più o meno direttamente da Unix. Per il momento l’azienda ha scelto di mostrare queste linee di codice a quei pochi osservatori che hanno accettato di firmare un patto di riservatezza: fra questi c’è la società di analisi Yankee Group che, per bocca della propria portavoce Laura DiDio, riconosce la fondatezza delle recriminazioni di SCO.

“La mia impressione è che il reclamo di SCO sia attendibile”, ha detto DiDio. “Il codice sembra essere lo stesso”. In particolare, l’analista sostiene che diverse istanze del codice sorgente di Linux contengono le stesse annotazioni, ovvero quei brevi commenti che gli sviluppatori spesso allegano alle linee di programma per chiarirne il funzionamento, incluse nel codice di Unix.

“Questa non può certo essere considerata una coincidenza”, ha commentato DiDio, che ha poi suggerito a tutte le aziende che hanno un contratto con IBM relativo ad AIX (lo Unix di Big Blue) di consultarsi con quest’ultima per definire le mosse da intraprendere nel prossimo futuro.

A stemperare un poco il clima d’incertezza che si respira sul mercato Linux è intervenuto il vice president del Linux Program Office di Oracle, Dave Dargo, il quale è dell’opinione che le azioni e le minacce legali di SCO hanno poche chance di fermare la marcia di Linux sul mercato. Dargo, che ha tuttavia ammesso come in alcuni settori la crescita di Linux potrebbe subire dei rallentamenti, ha affermato che la propria azienda non ha alcuna intenzione di modificare le proprie strategie su Linux.

“Credo che la causa legale – ha dichiarato Dargo – possa generare delle resistenze, ma non per Oracle. Noi andiamo avanti a piena velocità. Al momento non vediamo nulla che possa mutare la nostra posizione nei confronti di Linux”.

Il dirigente di Oracle ha poi aggiunto che la battaglia legale in corso va vista come “una disputa contrattuale fra SCO e IBM: tutto il resto, francamente, è solo baccano”.

Pur evitando di prendere posizione sulla causa fra SCO e IBM, anche Sun ha di recente confermato le proprie strategie legate a Linux, ed in particolare l’intenzione di adottare il sistema operativo free su alcune future linee di server e prodotti per lo storage basati su architetture x86 a 32 bit.

Fra pochi giorni, esattamente il 13 giugno, scade l’ultimatum lanciato da SCO a IBM: se entro questa data le due aziende non troveranno un accordo per dirimere la causa in corso, SCO ha minacciato di revocare la licenza di AIX a IBM. Una licenza che IBM considera però “perpetua e irrevocabile”. SCO non ha per altro specificato quali azioni intende intraprendere contro quelle aziende che, dopo questa data, dovessero continuare ad utilizzare il sistema operativo di IBM.

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Pubblicato il
9 giu 2003
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