UE: i cookie permanenti sono pericolosi

UE: i cookie permanenti sono pericolosi

Un nuovo rapporto delle autorità europee mette in guardia dai rischi derivati dall'uso e abuso dei cookie persistenti, pensati per tracciare e identificare gli utenti indipendentemente dal controllo del browser
Un nuovo rapporto delle autorità europee mette in guardia dai rischi derivati dall'uso e abuso dei cookie persistenti, pensati per tracciare e identificare gli utenti indipendentemente dal controllo del browser

È un monito e assieme un invito all’industria dell’advertising affinché prenda coscienza delle legittime esigenze di privacy degli utenti di Internet, quello che arriva dalla European Network and Information Security Agency (ENISA) dell’Unione Europea. ENISA prende in esame la situazione dei cookie traccianti, e di come nuove forme di identificazione permanente non vadano di pari passo con l’informazione e la consapevolezza degli utenti a riguardo.

ENISA se la prende con chi abusa delle nuove possibilità di tracking insite nei cookie “permanenti” o esterni alla cache del browser, i cookie Flash , i “super-cookie” in grado di infrattarsi nei più reconditi meandri del browser Internet (database locali in formato SQLite, cronologia di navigazione, nuove tecnologie di storage previste dallo standard HTML5).

In maniera non dissimile da quanto propone la Federal Trade Commission statunitense, ENISA chiede all’industria dell’advertising di darsi una regolata nell’uso dei nuovi cookie traccianti , spiegando con chiarezza agli utenti l’uso di questa tecnologia e fornendo ai suddetti utenti la scelta consapevole di abilitare il tracciamento permanente o di usufruire del servizio attraverso meccanismi secondari cookie-less .

ENISA vuole che l’utente riprenda il controllo totale sui cookie installati nel browser, e che il browser stesso permetta di accedere alle operazioni necessarie alla loro gestione o rimozione. L’ obiettivo principale dell’agenzia comunitaria è insomma quello di “rendere questi cookie di nuova generazione trasparenti e sotto il controllo degli utenti tanto quanto i regolari cookie HTTP, in modo da salvaguardare la privacy e la sicurezza di consumatori e aziende”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 feb 2011
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