GeoHot è un fuggitivo?

GeoHot è un fuggitivo?

Secondo Sony il giovane hacker avrebbe rimosso componenti fondamentali dagli hard disk sequestrati, per poi scappare con le donazioni PayPal dei fan
Secondo Sony il giovane hacker avrebbe rimosso componenti fondamentali dagli hard disk sequestrati, per poi scappare con le donazioni PayPal dei fan

Si torna a parlare di George Francis Hotz, l’hacker americano accusato di aver violato il DMCA rivelando al mondo le chiavi “METLDR” della PS3 che possono ufficializzare qualunque copia di backup o codice homebrew.

Il giovane coder denunciato da Sony Computer Entertainment ha recentemente chiesto (e ottenuto) un aiuto economico ai suoi sostenitori per portare avanti la difficoltosa causa. Secondo l’ipotesi del vigile colosso nipponico, il ragazzo avrebbe però usato quei soldi per fuggire in Sud America ed evitare l’azione legale.

Dalle pagine del proprio blog GeoHot replica, nega categoricamente la fuga dal paese, ma non smentisce di trovarsi in un qualche posto dell’America Latina. “Si tratta solo di una vacanza, che avevo programmato e pagato già dallo scorso novembre”, ha spiegato il ragazzo. “Sto continuando a seguire il caso e potere star certi che non ho toccato neppure un centesimo delle donazioni PayPal destinate alle spese processuali”.

Oltre a denunciare la presunta fuga di Hotz, Sony si è lamentata per l’integrità degli hard disk consegnati ai periti del tribunale. Anche in questo caso è arrivata però una secca smentita, direttamente dal legale dell’hacker. L’avvocato Stewart Kellar dichiara che il suo cliente aveva semplicemente rimosso i componenti elettronici da ogni disco rigido, ritenendoli elementi superflui. Le parti mancanti sono state ora consegnate alle autorità.

Stellar è intervenuto brevemente anche sulla questione delle donazioni per la difesa legale, specificando che nel caso in cui dovessero avanzare dei soldi dopo il processo, GeoHot li donerà a sua volta: finiranno tutti sul conto degli attivisti EFF (Electronic Frontier Foundation) che si battono a favore dei diritti digitali.

Roberto Pulito

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Pubblicato il
24 mar 2011
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