HP sposa il cloud printing di Google

HP sposa il cloud printing di Google

Le due aziende statunitensi fanno convergere le funzionalità di stampa remota. Stampare tutto, stampare sempre, stampare al volo. Magari con un pizzico d'advertising?
Le due aziende statunitensi fanno convergere le funzionalità di stampa remota. Stampare tutto, stampare sempre, stampare al volo. Magari con un pizzico d'advertising?

Hewlett-Packard spinge l’acceleratore sulle iniziative legate al cloud computing e annuncia l’integrazione fra la sua tecnologia di cloud printing ePrint e la corrispondente funzionalità Cloud Print di Google. Le stampanti HP abilitate alla stampa da remoto saranno così dotate di ulteriore flessibilità, e potranno essere impiegate da un numero maggiore di utenti.

Grazie alla collaborazione stretta fra ePrint e Cloud Print, i possessori di periferiche HP di ultima generazione potranno stampare i documenti desiderati direttamente da smartphone o tablet , inviando “al volo” i dati alla stampante domestica collegata in rete e deputando alle nuvole telematiche di Mountain View il lavoro di conversione e invio di richiesta per la stampa via email, direttamente alla stampante.

Per funzionare a dovere, la nuova sinergia tra ePrint e Cloud Print necessità naturalmente della presenza di una stampante HP abilitata – un elenco di stampanti Photosmart, Envy, Officejet e LaserJet ePrint-compatibili è disponibile sul sito di HP – e dell’utilizzo sul dispositivo MID di un servizio di Google dotato dell’adeguata estensione Cloud Print: al momento Mountain View ha integrato la tecnologia in Gmail e Google Docs, e pianifica di estenderne il supporto ad altre applicazioni remote nel prossimo futuro.

La neonata tecnologia di cloud printing rappresenta l’ ultima tendenza in fatto di cloud computing e integrazione fra gadget tecnologici all’ultimo grido (smartphone, tablet e via elencando) e dispositivi informatici propriamente detti. Una tendenza che promette maggiore flessibilità di utilizzo ma rischia anche di trasformarsi nell’ennesimo terreno di conquista per l’advertising ubiquo che foraggia in maniera esclusiva le scorribande cloud di Google.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
1 apr 2011
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