Android, open con retrogusto al controllo

Android, open con retrogusto al controllo

Google, si mormora, vorrebbe estendere il controllo della piattaforma, inibendo le alleanze o le modifiche non gradite per il privilegio di ricevere in anteprima il codice più recente dell'OS
Google, si mormora, vorrebbe estendere il controllo della piattaforma, inibendo le alleanze o le modifiche non gradite per il privilegio di ricevere in anteprima il codice più recente dell'OS

L’ Androide Alfa ha deciso di far valere il proprio potere di veto all’interno del “branco” dei sistemi operativi Android: stando a quanto sostiene Businessweek , in questi mesi Google ha reso noto ai suoi partner del mercato mobile un cambio di strategia fondamentale, che vede Mountain View protagonista esclusivo nelle scelte dei produttori di smartphone fino all’imposizione di veti e “regole comportamentali” da seguire per poter ricevere in anteprima le nuove revisioni dell’OS androide.

La notizia non stupisce troppo alla luce della pregressa decisione di ritardare la pubblicazione del codice di Android 3.0 aka Honeycomb: Google cerca di “chiudere” la propria strategia mobile nel tentativo di diminuire la tendenza alla frammentazione sin qui caratteristica della piattaforma Android, e nel farlo non sembra particolarmente preoccupata di fare la voce grossa con colossi del calibro di LG, Toshiba, Samsung e altri.

D’ora in poi Mountain View deciderà su ogni modifica o accordo con società terze messi in cantiere dai produttori di smartphone , dice Businessweek , e chi non rispetterà le linee guida di Andy Rubin – gran capo della divisione Android presso Google – non verrà omaggiato con la fornitura del codice aggiornato dell’ OS mobile più popolare .

E le regole dell’open source? La libera redistribuzione del codice sorgente? Il mantra aziendale “don’t be evil”? Per dirla con il blogger John Gruber, che non usa mezzi termini, “ora che Google ha preso i produttori di telefonini in una morsa, Android non è più open e Google comincia a rivendicare il controllo” della piattaforma.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 apr 2011
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